Ivo Invernizzi

Ivo Invernizzi

Vice Presidente AnalisiBanka
Vicepresidente Associazione dei professionisti di banca AnalisiBanka .

Laurea in Economia Aziendale all'Università Bocconi. Pluriennali esperienze presso la direzione finanza di Banco BPM come trader, analista finanziario, controller, tesoriere, monitoraggio e reporting; dal 2019 è entrato nel team property portfolio management banking books. Ha perfezionato la conoscenza delle politiche monetarie Fed seguendo il corso ‘Central Banks and Monetary Policy’ di Gies College of Business – University of Illinois Urbana Champaign.

Appassionato dei mercati finanziari e di banca, dal 2015 collabora con l'Università degli Studi di Brescia, dipartimento di Economia e Management corso di Tecnica degli Investimenti e dei Finanziamenti e dal 2021 con l'Università degli Studi del Piemonte Orientale "A.Avogadro", Dipartimento per gli Studi dell'Economia e l'Impresa, corso di Economia del Mercato Mobiliare. Dal 2022 con l'Università di Macerata, Dipartimento di Economia e Diritto, corso di Economia e Strumenti degli Intermediari Finanziari e con l'Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze Statistiche, corso Economics of Financial Markets e con il Master in Accounting e Auditing dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, corso di Financial Markets, con l'Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale, corso di Economia del Mercato Mobiliare. Dal 2023 con l’Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Management, corso di Investimenti e Mercati Finanziari.

Contatto: invernizziivo@analisibanka.it
Sito Internet: www.analisibanka.it.
FED Report Powell 2022

La lunga estate calda della FED

28 luglio 2022

di Ivo INVERNIZZI

Powell e l’escalation della lotta all’inflazione: attenzione a non fare ‘overshooting’

Se era ormai notizia ‘assimilata’ dai mercati che BCE, con un rialzo a sorpresa di 50 basis point e il ritorno ai tassi positivi si fosse unita al ‘club delle banche centrali hawkish’ capeggiato dalla Fed, i principali ‘takeaway’ attesi dal meeting FOMC del 27 luglio 2022 erano tre:

–  rialzo dei tassi di 75 basis point che avrebbe elevato l’intervallo obiettivo dei Fed Fund rate a 2,25-2 50%;

–  lieve ‘downgrade’ dello Statement Fed in tema di mercato del lavoro e wording più cauto sulla crescita;

–  ripristino della stabilità dei prezzi nonostante il rallentamento del PIL;

–  priorità data all’inflazione e in ‘second best’ alla piena occupazione.

Probabilmente la Fed avrebbe tenuto in serbo le sorprese più ‘ghiotte ‘ in occasione del simposio di Jackson Hole di fine agosto perché, come affermava Powell, è opportuno «evitare di aggiungere incertezza a quello che è già un tempo straordinariamente impegnativo e incerto».

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Lagarde Draghi Italia Crisi

Lagarde: la guerra, l’inflazione e ora anche l’Italia

22 luglio 2022

di Ivo INVERNIZZI

1. Il caso Italia complica la vita a BCE: il tool anti-frammentazione

Prima dell’annuncio monetario del 21 luglio 2022, la vera novità era che BCE pareva finalmente ammettere di aver sbagliato pronostico sulla presunta ‘transitorietà d’inflazione, che diveniva una variabile persistente e da combattere nella nuova retorica dell’istituto bancario centrale europeo.

Il 21 luglio sarebbe stato un test sulla credibilità monetaria di Lagarde, BCE aveva anche chiarito che intendesse combattere la frammentazione monetaria mediante uno strumento ‘ad hoc’ anti-frammentazione i cui dettagli sarebbero forse, ma non certamente, stati rivelati in conferenza stampa.

Le prospettive economiche europee erano fortemente incerte e influenzate dai timori di rischi di interruzioni nella fornitura di gas russo all’Unione Europea, per gran parte veicolate mediante il gasdotto ‘Nord Stream 1’, che sarebbero riprese ufficialmente da giovedì 21 luglio seppure con una capacità inferiore.

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FED Report Powell Tassi Record

La scelta della FED: inflazione o recessione?

16 giugno 2022

di Ivo INVERNIZZI

Powell alla svolta: sotto pressione da inflazione accelera sui rialzi

È indubbio che la Federal Reserve sia alla ricerca di un ‘punto d’impatto’ della propria politica monetaria che rivela un trade-off tra:

aumentare i tassi a sufficienza al fine di combattere l’inflazione; non spingere l’economia americana verso la recessione.

Il meeting del Federal Open Market Committee del 14 e 15 giugno era improbabile producesse grandi sorprese per il mercato. Come al solito, la Fed avrebbe esaminato a lungo la formulazione dello Statement di politica monetaria, senza tuttavia che Powell si discostasse molto dal linguaggio utilizzato nel precedente comunicato di maggio.

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Lagarde Alzeremo i Tassi

Lagarde: alzeremo i tassi in luglio

10 giugno 2022

di Ivo INVERNIZZI

L’uscita dai tassi negativi è sempre più vicina

Quasi tutti i banchieri centrali negli Stati Uniti, in Europa e in molti paesi occidentali, concordano sul fatto che i tassi devono aumentare al fine di fronteggiare l’impennata dell’inflazione.

Tuttavia, ciò che tuttora è oggetto di dibattito è il posizionamento corretto dei tassi. A tale riguardo, la presidentessa BCE Christine Lagarde ha affermato che “le sfide che dobbiamo ancora affrontare sono molte“.

Rispetto alle altre banche centrali, oltre ad essere più esposta al conflitto in Ucraina, almeno fino al meeting di aprile la BCE poteva essere disincentivata al rialzo dei tassi a causa del rischio di un aumento degli oneri finanziari per imprese e consumatori dei paesi dell’Europa meridionale (periferici) fortemente indebitati come l’Italia, ma da giugno, la forward guidance sarebbe cambiata.

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Powell_FED

Powell: l’inflazione calerà, gli USA non sono vicini alla recessione

5 maggio 2022

di Ivo INVERNIZZI

Il sottile equilibrio tra lotta all’inflazione e enigma domanda-offerta

Prima dell’annuncio monetario Fed del 4 maggio, il mercato attendeva che la Fed aumentasse i tassi di almeno 50 basis point, il rialzo più alto dal 2000. In tal senso, già Il 21 aprile, Jerome Powell aveva dichiarato in un intervento al FMI: “I mercati stanno elaborando ciò che stiamo vedendo. Stanno reagendo in modo appropriato. 50 basis point saranno sul tavolo per l’incontro di maggio”. Aveva poi aggiunto: “Secondo me è appropriato muoversi un po’ più rapidamente.”

È condivisibile che il banchiere centrale statunitense si debba muovere rapidamente per non restare ‘behind the curve’ ma anche gestire un non facile equilibrio sulla sottile linea di confine tra due obiettivi:

fare tightening monetario per combattere l’inflazione; evitare la recessione.

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Lagarde decideremo a giugno

Lagarde: Decideremo a giugno

15 aprile 2022

di Ivo INVERNIZZI

BCE cauta: la politica monetaria sarà opzionale, flessibile e graduale

In occasione dell’intervento monetario del 14 aprile 2022, il mercato attendeva che la BCE si attenesse alla tabella di marcia già introdotta in marzo:

nessun impegno formale oltre il secondo trimestre 2022; guidance di politica monetaria fortemente dipendente dai dati; nessuna variazione rilevante sugli strumenti monetari.

Christine Lagarde avrebbe evidenziato i rischi al ribasso per la crescita dovuti al proseguire della guerra in Ucraina, riconoscendo finalmente un’inflazione di tipo ‘skyrocketing’ all’americana, cioè in vertiginoso aumento. Del resto, guerra, sanzioni e inflazione avevano deteriorato repentinamente l’outlook economico di eurozona.  L’inflazione era ben al di sopra delle attese e la crescita forse avrebbe deluso i desiderata di Lagarde.

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FED Powell rialzo tassi recensione lontana

La FED alza i tassi, per Powell la recessione è lontana

17 marzo 2022

di Ivo INVERNIZZI

Un soft landing “nella foschia della guerra”, ma la guidance hawkish permane

Il periodo anteriore all’intervento monetario Fed di marzo, aveva diffuso sui mercati il sentiment di una Fed in modalità ‘risk management‘. Lo scenario bellico presentava tre rischi:

la pandemia (tema trascurato, dopo l’intervento militare in Ucraina); il blocco nel flusso di materie prime (petrolio, gas, grano, metalli); l’inflazione alta e in aumento.

In un contesto di guerra a evoluzione incerta, il presentimento diffuso tra gli investitori era che Powell potesse basarsi meno su modelli quantitativi e più su esperienza e istinto, approcciandosi ai mercati come un autentico ‘risk manager’.

Una recente dichiarazione del numero uno della Fed aveva alimentato le aspettative di rialzo dei tassi già in marzo: «Con un’inflazione ben al di sopra del 2% e un mercato del lavoro forte, prevediamo che sarà opportuno aumentare la fascia obiettivo per il tasso sui Fed Funds durante il nostro meeting di fine mese».

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Lagarde-BCE-Ucraina-Crisi

L’inflazione, la guerra, e la BCE al bivio

11 marzo 2022

di Ivo INVERNIZZI

BCE alle prese con lo spettro della stagflazione

L’arrivo del conflitto russo-ucraina pareva aver fatto superare il tono ‘hawkish’ assunto dalla BCE nella prima parte del 2022. In sostanza, la guerra avrebbe a radicalmente ‘registro’ alla BCE, con una Lagarde che, pur non escludendo categoricamente aumenti di tasso nel 2022, sottolineava «unanime preoccupazione» nel Governing Council riguardo all’inflazione.

Il 24 febbraio Lagarde aveva replicato all’invasione russa affermando che: “la banca centrale adotterebbe tutte le misure necessarie” per stabilizzare l’economia dell’area euro. Per BCE, la paura di un tightening nei tassi prematuro aveva passato il testimone al timore di un ‘falling behind the curve’.

La domanda che si ponevano molti era se BCE, dopo l’impostazione hawkish di febbraio, svoltasse di nuovo in senso ‘dovish’ in risposta alla guerra, annunciando il rinforzo degli strumenti finalizzati alla stabilità finanziaria e anti-frammentazione.

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Lagarde Inflazione

Lagarde e l’inflazione: che fare?

4 febbraio 2022

di Ivo INVERNIZZI

La BCE sotto stress da inflazione

Al ‘calcio d’inizio’ degli annunci monetari BCE 2022, molti esperti attendevano che la comunicazione di Lagarde in febbraio avrebbe assunto un tono più aggressivo sulle orme del recente Statement del suo collega d’oltreoceano Jerome Powell che aveva scosso i mercati dichiarando il 26 gennaio ‘La Fed è pronta a un rialzo in ciascuno di futuri meeting del FOMC (ben sette) nel 2022’.

Tuttavia, in un contesto di condizioni finanziarie europee inasprite e di perdurante incertezza, una sorpresa di tipo ‘hawkish’ già nel meeting BCE del 3 febbraio era poco probabile. L’ultimo round monetario sarebbe stato l’occasione per Lagarde di riequilibrare la discussione e ribadire che la divergenza nelle politiche monetarie della BCE(dovish) e Fed (hawkish) era radicata in profonde differenze nelle realtà economiche dei due continenti.

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ED Report Powell Gennaio 2022

POWELL: “La Politica Monetaria farà il suo mestiere”

27 gennaio 2022

di Ivo INVERNIZZI

Sì al rialzo dei tassi da marzo; la riduzione del bilancio sarà ‘ordinata e prevedibile’

All’avvio del 2022, i comunicati ufficiali e le ultime dichiarazioni degli esponenti della Fed rivelavano un blando cambiamento nella retorica della banca centrale americana. Del resto, la correzione sui tassi dovuta alla variante Omicron e l’abbondante liquidità erano adeguati alla guidance, salvo l’offerta di obbligazioni, che stava riducendosi lievemente.

L’enorme boost di liquidità stava per ridursi, ma sarebbe stato necessario del tempo prima che i mercati lo percepissero e reagissero con forza a tale “cambio di regime”.

L’attesa di un primo aumento di tasso in marzo e tre o quattro aumenti nel 2022, avvalorava la mancanza di una chiara intenzione al liftoff dei tassi già nel meeting di gennaio.

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