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Corruzione

La corruzione nell’Agenda 2030 e la necessità di una governance globale

18 maggio 2020

di Michelangelo RACCIO

Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile, declinati nella UN 2030 Agenda for Sustainable Development, trova spazio anche la lotta alla corruzione, ad indicare l’impossibilità per qualsivoglia modello di sviluppo di potersi esplicare in condizioni di distorsione dei principi etici, finanziari ed economici che il fenomeno corruttivo comporta(1).

Le cifre sono impressionanti, due soli esempi bastano ad identificare la gravità del fenomeno:

in un solo anno, in tutto il mondo, 1,26 mila miliardi di dollari vengono sottratti allo sviluppo ed alla crescita economica dei Paesi in via di sviluppo, si tratta di oltre il 3% del PIL mondiale; un peggioramento di un punto percentuale dell’indice di percezione della corruzione (CPI), comporta un decadimento della capacità produttiva di quel Paese di 4 punti percentuali(2)(3).

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Ricchezza Privata

Covid-19 e finanze pubbliche. È possibile immaginare un modello partecipato di risk management?

15 maggio 2020

di Lorenzo BORRELLI e Donatello CECCOTTI

DA UN’EMERGENZA CHE COLPISCE TUTTI, L’ESIGENZA (E L’OPPORTUNITÀ) DI UN INTERVENTO CHE COINVOLGA TUTTI

Durante le settimane di lockdown, abbiamo spesso sentito chiedere quale lezione trarre da questo evento. Come se le tragedie, così inavvertite, avessero la forza di incidere sulle nostre visioni o sulle nostre azioni.

Noi non siamo in grado di dire cosa il Covid-19 possa indicare, in tema di comportamenti personali e collettivi, sappiamo però bene che ha messo a nudo, ancora una volta, tutte le debolezze del nostro sistema finanziario.

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covid zoom smartworking lavoro digitale

Remote audit – Strategia di lavoro per fronteggiare il COVID e i futuri eventi rischiosi

13 maggio 2020

di Francesco Domenico ATTISANO

REMOTE AUDIT – STRATEGIA DI LAVORO DELLE STRUTTURE DI CONTROLLO PER FRONTEGGIARE IL COVID E I FUTURI EVENTI RISCHIOSI 

La situazione di emergenza attuale caratterizzata dal COVID19 potrebbe perdurare ancora per mesi. In ogni caso, indipendentemente dall’analisi degli scenari più o meno pessimistici, gli effetti economici dureranno per anni e quasi sicuramente il distanziamento sociale impatterà organizzativamente anche all’interno delle singole entity.

Difatti, le aziende si trovano già da un paio di mesi a navigare in una nuova realtà, per fronteggiare e rispondere alla crisi, affrontando anche nuovi rischi correlati e opportunità emergenti.

Ad esempio, per garantire la continuità aziendale, quasi tutte le organizzazioni hanno modificato il modus operandi, con una diffusione capillare del lavoro agile o remote working per i propri dipendenti e collaboratori.

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Compliance 231

La fase 2 dell’emergenza COVID-19: nuovi scenari per la prevenzione dei rischi 231

11 maggio 2020

di Ermelindo LUNGARO

La sfida a cui sono sottoposte le imprese chiamate alla ripresa delle attività nella fase 2, in questo periodo emergenziale da COVID 19, è sicuramente un importante stress test di resilienza, non solo in termini di business continuity ma anche sotto il profilo della tenuta e dell’efficacia del sistema dei controlli interni.

In altri termini è un’opportunità unica per le imprese di fare un bel tagliando alla compliance, ove già esistente, piuttosto che comprenderne il valore e avviare un percorso qualora ciò non sia stato fatto prima.

Mi riferisco in particolare alle imprese private che non fanno business in settori regolati (es. banche, assicurazioni, Pubblica Amministrazione) e che ora probabilmente con la fase 2 si renderanno conto che non possono prescindere dalla compliance, considerandone anche le potenzialità come fattore competitivo di successo.

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Business Contingency Plan

Il Business Continuity Plan: la soluzione per evitare il blocco delle attività?

7 maggio 2020

di Cipriano FICEDOLO

CONSIGLI PRATICI E NOZIONI DA ADOTTARE IN AZIENDA

Mai prima d’ora avevamo assistito alla paralisi improvvisa di tutto il tessuto produttivo nazionale, salvo poche aziende strategiche ritenute strettamente necessarie. Era dal secondo conflitto mondiale che non si assisteva al blocco totale delle attività produttive nel nostro Paese.

Dal dopoguerra in poi, nonostante si siano verificate ciclicamente gravi calamità che pure hanno funestato l’Italia: alluvioni, terremoti, pandemie, tempeste, ma mai prima d’ora l’intero comparto industriale nazionale si era fermato nella sua interezza.

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Schema Ponzi

Lo Schema Ponzi, i red flags e il sistema piramidale

5 maggio 2020

di Antonio ROSSI

L’11 settembre del 2008, “the Jewish Bond” (“l’obbligazione ebraica”, come era soprannominato Bernard Madoff) venne arrestato nel suo appartamento di New York con l’accusa di una truffa miliardaria a danno dei suoi clienti mediante l’utilizzo dello “Schema Ponzi” (di seguito, “lo Schema”).

Bernard Madoff era un vero e proprio punto di riferimento nel mondo della finanza; arrivò ad assumere cariche di prestigio quali la presidenza del NASDAQ (l’indice dei principali titoli tecnologici della borsa americana) o quella di consigliere del New York City Center e con il suo arresto si sgretolò, “come un castello di carte”, tutto il suo impero costruito in oltre 40 anni di carriera a Wall Street.

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Lagarde Coronavirus EU BCE Crisis

BCE: Come affrontare la crisi con il Pandemic European Purchase Program

30 aprile 2020

di Ivo INVERNIZZI

1. LE VIEW DI MERCATO ANTERIORI ALL’ANNUNCIO DEL 30 APRILE 2020: UN QUADRO RIASSUNTIVO

Dopo l’annuncio del 12 marzo 2020 incentrato sul piano di acquisto titoli PEPP (Pandemic European Purchase Program), e l’aggravarsi della crisi Covid-19 l’intervento BCE si è manifestato con forza. Le misure erano ampie: dall’espansione del Quantitative Easing fino all’allentamento delle regole sulla stanziabilità dei collaterali, BCE si è profusa nell’adozione di interventi mirati al fine di garantire che le banche potessero iniettare liquidità all’economia reale già fortemente provata da due mesi di lockdown.

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Financial Crime Italia

Covid. L’alleanza con la tecnologia contro il rischio criminalità

28 aprile 2020

di Emmanuele DI FENZA

Il rischio criminale in epoca Covid. Una risposta efficace? Si, se tecnologica, priva di inutili burocrazie e rifiutando mortali abbracci di egoismi

Trovo particolarmente opportuno il tempestivo richiamo, da parte di Autorità ed imprese, alla necessità fondamentale di prevenire aggressioni criminali in un periodo, purtroppo previsto come non breve, di diffuse fragilità strutturali economiche legate alla epocale pandemia in corso.

Secondo il mio parere una risposta efficace è sicuramente possibile da realizzarsi laddove fondata su un massiccio utilizzo della tecnologia, sulle migliori esperienze e competenze oggi disponibili e con una combinazione di strumenti tecnico-informatici molto al di sopra degli attuali standard, italiani o internazionali.

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RISK AWARENESS CULTURE

Tone from the top e Risk awareness driver fondamentali della Risk culture

23 aprile 2020

di Francesco Domenico ATTISANO

I BENEFICI DELLA RISK CULTURE VANNO OLTRE L’EFFETTIVA IMPLEMENTAZIONE DI UN SISTEMA DI RISK MANAGEMENT

Quando ho iniziato a scrivere quest’articolo, mi sono venuti in mente molteplici episodi che potrebbero sembrare cd legende metropolitane, ma invece sono casi concreti. Proprio per questo motivo, prima di entrare nel vivo dell’argomento, descrivo due eventi che mi sembrano emblematici.

La prima volta che ho approcciato il tema della cultura del rischio – 15 anni fa – con un top manager, il suo stupore (a parere di chi scrive: paura di questo tema sconosciuto) fu esternalizzato con queste frasi: “È una minaccia? È sicuro di volere continuare a lavorare qui?” Qualche anno dopo, benché le cose fossero dal punto di vista formale sensibilmente cambiate nel panorama delle organizzazioni aziendali, essendo le tematiche del risk management divulgate ampiamente, nell’azienda XY – già dotata di un modello organizzativo-controllo-gestione con tutti i crismi e con piani di audit strutturati e risk based – durante un risk identification workshop, un manager mi disse: “Non ci sono rischi, ci sta offendendo, l’ing. Z (un top manager del tempo) non lo farebbe mai, noi qui lavoriamo seriamente e siamo persone oneste”.

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ODV Covid Organismo Vigilanza

COVID-19 e sicurezza sul lavoro. Riflessioni sul ruolo dell’Organismo di Vigilanza

21 aprile 2020

di Maurizio RUBINI

La migliore preparazione per domani è fare il tuo meglio oggi

(H. Jackson Brown Jr.)

Rischio da COVID-19 e sicurezza sul lavoro. Brevi riflessioni sul ruolo dell’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001

L’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus sta impattando molto sulla vita delle persone e delle imprese, specie quelle produttive, che si trovano nella necessità di proseguire, o riavviare, le attività non solo per la propria “sopravvivenza” ma anche per garantire l’erogazione di servizi e la fornitura di beni “essenziali” alla comunità.

I provvedimenti emanati dal Governo e dalle diverse Autorità locali, al fine di contenere la diffusione del virus, comportano però la necessità di comprendere come dovere e potere operare in concreto con ovvi riflessi anche sulle attività dell’Organismo di Vigilanza negli enti che si sono dotati di un modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001(1).

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