Ivo Invernizzi

Ivo Invernizzi

Vice Presidente AnalisiBanka
Vicepresidente Associazione dei professionisti di banca AnalisiBanka .

Laurea in Economia Aziendale all'Università Bocconi. Pluriennali esperienze presso la direzione finanza di Banco BPM come trader, analista finanziario, controller, tesoriere, monitoraggio e reporting; dal 2019 è entrato nel team property portfolio management banking books. Ha perfezionato la conoscenza delle politiche monetarie Fed seguendo il corso ‘Central Banks and Monetary Policy’ di Gies College of Business – University of Illinois Urbana Champaign.

Appassionato dei mercati finanziari e di banca, dal 2015 collabora con l'Università degli Studi di Brescia, dipartimento di Economia e Management corso di Tecnica degli Investimenti e dei Finanziamenti e dal 2021 con l'Università degli Studi del Piemonte Orientale "A.Avogadro", Dipartimento per gli Studi dell'Economia e l'Impresa, corso di Economia del Mercato Mobiliare. Dal 2022 con l'Università di Macerata, Dipartimento di Economia e Diritto, corso di Economia e Strumenti degli Intermediari Finanziari e con l'Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze Statistiche, corso Economics of Financial Markets e con il Master in Accounting e Auditing dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, corso di Financial Markets, con l'Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale, corso di Economia del Mercato Mobiliare. Dal 2023 con l’Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Management, corso di Investimenti e Mercati Finanziari. Dal 2024 con l’Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, corso di Economia degli Intermediari Finanziari.


invernizziivo@analisibanka.it
www.analisibanka.it.
BCE ECB Lagarde

BCE e mercati: Capodanno a sorpresa?

11 dicembre 2020

di Ivo INVERNIZZI

1. Isabel Schnabel e il riequilibrio della politica monetaria

Nelle ultime battute del 2020, i mercati finanziari nutrivano la motivata aspettativa riguardo una possibile variazione della guidance di politica monetaria BCE. In tal senso, l’Istituto bancario centrale europeo avrebbe potuto palesare una motivata preoccupazione di aver alimentato tali aspettative consistenti in un ulteriore easing monetario.

In particolare, questa preoccupazione traspariva nelle parole di Isabel Schnabel membro dell’Executive Board dell’Istituto Centrale Europeo, la quale a fine novembre ribadiva che la direzione BCE non sarebbe certamente stata impostata a un ulteriore allentamento monetario, bensì imperniata sulla conservazione di condizioni di finanziamento ‘easy’ alle banche. Il riferimento era alle TLTRO, Targeted Long Term Refinancing Operations, ma non all’easing monetario in senso stretto in termini di riduzione dei tassi. Schnabel proseguiva poi aggiungendo che ‘BCE non è tenuta a soddisfare le aspettative dei mercati’.

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L’autunno caldo della BCE

29 ottobre 2020

di Ivo INVERNIZZI

1.    PEPP o APP? QUESTO È IL DILEMMA

Nel corso delle ultime settimane, non pochi addetti ai lavori hanno parlato di una probabile revisione della strategia della BCE, altri invece hanno ragionevolmente sostenuto che, sia improbabile che BCE possa anticipare la revisione, questo perché all’interno del Governing Council non c’è concordia sulla modifica dell’obiettivo d’inflazione. Del resto, non era irragionevole sostenere che BCE non avesse alternativa reale alla modulazione del Quantitative Easing straordinario mediante il PEPP.

Di fronte all’innegabile difficoltà nel rivedere la strategia, gli esperti si sono interrogati su una probabile modifica della guidance. Le aspettative effettive e d’inflazione sono diminuite notevolmente dall’inizio della pandemia, nonostante le misure straordinarie adottate fino ad oggi.

Il grande dilemma alla base di una possibile revisione della strategia monetaria è che gli Stati membri hanno evidenziato e evidenzieranno disavanzi fiscali ampi a causa delle spese aggiuntive volte a tamponare i danni della pandemia e l’Unione Europea ha iniziato a raccogliere risorse finanziarie emettendo obbligazioni.

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Lagarde BCE

Lagarde: ripresa economica o inflazione?

10 settembre 2020

di Ivo INVERNIZZI

1. ATTESE DEI MERCATI: TASSI, INFLAZIONE, QUANTITATIVE EASING, EURO

Come negli ultimi interventi BCE anche in occasione dell’annuncio monetario del 10 settembre 2020 una parte del mercato era propensa ad attendere una o più possibili manovre entro il consueto ‘arsenale’ di strumenti a disposizione includente: tassi negativi, forward guidance, acquisti di asset obbligazionari, finanziamenti bancari a -1%, variazioni sul tema TLTRO o addirittura modifiche al multiplo del tiering.

D’altro lato, un’altra considerevole parte del mercato aveva già scontato l’annuncio del 10 settembre come un possibile ‘non event’. Continua a leggere

Single King Chess Piece Textured With European Union Flag and Metallic Euro Currency Symbol Standing on Black and White Chessboard

BCE: Pronti per la ripresa?

16 luglio 2020

di Ivo INVERNIZZI

IL QUANTITATIVE EASING E LA RIPRESA CON CRESCITA “A DUE VELOCITÀ”

Le attese degli operatori finanziari sulla decisione di politica monetaria BCE del 16 luglio 2020 erano per un nulla di fatto, proprio perché BCE già aveva ampliato il Quantitative Easing in misura considerevole già all’inizio di giugno e si era attivamente impegnata su tali acquisti fino alla metà del 2021. Non era quindi irragionevole concludere che, l’incontro di luglio sarebbe servito a BCE per confermare un clima ultra-accomodante e trasmettere ai mercati il proprio leitmotiv improntato alla flessibilità sia quantitativa sia temporale nell’attuare acquisti di bond.

Partendo dalla plausibile tesi che il “kit degli strumenti disponibili a BCE“, se tra essi non si annovera la sola riduzione dei tassi, non fosse totalmente esaurito, non pochi esperti si sono domandati quali fossero realmente le armi ancora disponibili al fine di combattere la terribile crisi che affligge le economie del vecchio continente ormai da cinque mesi.

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BCE PEPP

L’evoluzione del Pandemic European Purchase Program (PEPP)

4 giugno 2020

di Ivo INVERNIZZI

1. CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA, PSPP, VOLUMI E COMPOSIZIONE DEL PEPP, TLTRO III

L’argomento principale che ha formato il fulcro delle attese di mercato sulla decisione BCE del 4 giugno è stato non tanto e soltanto un eventuale ampliamento del programma straordinario di acquisti di titoli PEPP (Pandemic European Purchase Program), bensì la sua estensione temporale e articolazione.

In coerenza con la tesi dell’ampliamento del PEPP, il presidente Lagarde ha recentemente suggerito che è possibile escludere una ripresa economica con forma a V, indicando una riduzione nel prodotto interno lordo europeo del – 8% / -12%.

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Lagarde Coronavirus EU BCE Crisis

BCE: Come affrontare la crisi con il Pandemic European Purchase Program

30 aprile 2020

di Ivo INVERNIZZI

1. LE VIEW DI MERCATO ANTERIORI ALL’ANNUNCIO DEL 30 APRILE 2020: UN QUADRO RIASSUNTIVO

Dopo l’annuncio del 12 marzo 2020 incentrato sul piano di acquisto titoli PEPP (Pandemic European Purchase Program), e l’aggravarsi della crisi Covid-19 l’intervento BCE si è manifestato con forza. Le misure erano ampie: dall’espansione del Quantitative Easing fino all’allentamento delle regole sulla stanziabilità dei collaterali, BCE si è profusa nell’adozione di interventi mirati al fine di garantire che le banche potessero iniettare liquidità all’economia reale già fortemente provata da due mesi di lockdown.

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ECB Lagarde Alex Kraus /Bloomberg

Coronavirus: la grande prova per le Banche Centrali

13 marzo 2020

di Ivo INVERNIZZI

1. Le mosse di FED e Bank of England: alcune considerazioni propedeutiche all’annuncio BCE

A seguito del diffuso rischio di contagio da Covid 19 e conseguente possibile recessione, il 3 marzo 2020 il Federal Open Market Committee FED è intervenuto in modo perentorio tagliando il tasso ufficiale sui FED Funds di 50 basis points portandolo nel range 1-1.25%  al fine di contrastare il sell-off sul mercato azionario e l’incremento dei credit spread sull’asset obbligazionario.

Anche il Monetary Policy Committee della Bank of England l’11 marzo ha replicato l’orientamento FED votando all’unanimità il taglio di 50 basis points del tasso ufficiale portato a 0.25%,  unitamente a un nuovo schema di funding a termine finanziato con liquidità bancaria e incentivi aggiuntivi per le piccole e medie imprese; uno schema questo, molto simile al nostro TLTRO III europeo.

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Quantitative Easing BCE

Anno 2020: l’importanza del Quantitative Easing BCE e i mercati

6 marzo 2020

di Ivo INVERNIZZI

La questione centrale trattata nel presente lavoro è capire come le emissioni di titoli di Stato europei possano da un lato fornire risorse fresche ai conti pubblici dei rispettivi Stati, dall’altro supportare i mercati assorbendo la domanda derivante dal Quantitative Easing BCE.

Con il ripristino degli acquisti netti mediante Asset Purchase Program (APP) a 20 miliardi di euro al mese da novembre 2019, le dinamiche di interazione tra offerta di governativi europei e domanda, pesantemente influenzata dal Quantitative Easing potrebbero presentare uno scenario incerto in futuro per le economie dell’area dell’euro.

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Titoli di Stato MEF

Titoli di Stato Italiani, anno 2020: il programma del MEF

1 marzo 2020

di Ivo INVERNIZZI

La questione centrale trattata nel presente lavoro è capire come le emissioni di titoli di Stato europei possano da un lato fornire risorse fresche ai conti pubblici dei rispettivi Stati, dall’altro supportare i mercati assorbendo la domanda derivante dal Quantitative Easing BCE.

Considerate sia la scadenza in titoli di stato a medio e lungo termine per 202 miliardi, sia la presenza di un fabbisogno statale pari a 45 miliardi di euro, secondo quanto comunicato dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), le emissioni a primario sulla parte a medio e lungo termine della curva dei rendimenti dovranno adeguarsi ai due dati quantitativi citati.

Il MEF ha anche dichiarato il proprio intento a impegnarsi in emissioni obbligazionarie di tipo green.

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Bund BCE

Le emissioni governative in Europa e il Quantitative Easing: un gioco di equilibrio

19 febbraio 2020

di Ivo INVERNIZZI

LE EMISSIONI DI GOVIES IN EUROPA NEL 2020: UN CONFRONTO COL 2019

Secondo quanto si evince dai documenti ufficiali relativi alla strategia di finanziamento pubblicati dai ministeri del Tesoro nazionali delle sette principali nazioni dell’Europa continentale, le emissioni lorde di titoli di stato nel 2020 dovrebbero ammontare a circa 744,2 miliardi di euro, quindi circa 4 miliardi di euro in più rispetto alle emissioni 2019.

Tale incremento, è imputabile a un marcato contenimento del fabbisogno finanziario netto dei paesi europei.

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