Lobbying

Lobbying, rappresentanza d’interessi e lungimiranza politica

18 settembre 2020

di Gennaro Giancarlo TROISO

Miss Sloane” è un film del 2016. L’attrice protagonista (Jessica Chastain) è perfetta nel ruolo di Elizabeth Sloane, la lobbista più ricercata e formidabile di Washington.  Miss Sloane è fredda, essenziale, pragmatica e vera nei rapporti che conduce, tanto nella vita personale che sul lavoro, conscia di poter essere sempre osservata e potenzialmente attaccata su aspetti anche personali che lei possa non controllare.  È una persona retta, dotata di coscienza e moralità, capace di scelte anche scomode per se stessa.

Il film, interessante, mi ha stimolato a riflettere su una particolare attività, che senza voler scoprire nulla di nuovo, personalmente trovo specchio di culture sociali, di linee di pensiero – ma potrei dire di valori – molto diversi da una sponda all’altra dell’Atlantico.

Nel nostro Paese il termine “lobby” è rivestito – mi vien da dire in modo consolidato, purtroppo – di un significato tendenzialmente negativo. Nella vulgata collettiva (che le nostre istituzioni non pare si impegnino a modificare) costituisce un’accezione relativa a qualcosa di sotterraneo, a “poteri” che lavorano nell’ombra per far prevalere egoismi contrari agli interessi del “popolo”. Semplificando in maniera davvero estrema per quanto impropria, lobby, mafia, massoneria, poteri forti o deviati, soggetti in genere capaci di influenzare i poteri decisori o regolatori, vengono tutti accomunati immaginativamente sotto lo stesso ombrello negativo. Focalizzando sulle lobby, a poco vale che l’alone di diffidenza che negli ambienti non specializzati ammanta l’attività, venga più o meno velatamente ignorato o appena accennato dagli studiosi che se ne occupano. La consapevolezza circa le opportunità e necessità sottese alla materia, propria degli studi professionali e consulenti del settore, rischia infatti di acquisire un taglio quasi elitario rispetto ai vaghi sentori, idee poco chiare, e dati non correttamente rappresentati, che divengono propri del più ampio pubblico indistinto. D’altronde, combattere un’immagine consolidata nella cultura di base di persone normalmente abituate a chiedere e ricevere favori anche solo per ottenere quel che è invece un diritto, non è propriamente facile. Richiede tempi lunghi e comunicazione appropriata, e per essere del tutto sinceri, considerata l’importanza che una corretta comunicazione riveste nella società multimediale attuale, questa dovrebbe essere soprattutto indirizzata, a parer mio, verso una più ampia educazione a valori condivisi.

È importante conoscere per capire e ancor più lo è nel nostro Paese, dove quasi sempre accade che una certa produzione normativa rispetto in particolare ad argomenti e atteggiamenti a noi culturalmente piuttosto ostici (come ad esempio quello del quale stiamo parlando), provenga non da iniziative autoctone, bensì da impulsi esterni cui ci troviamo vincolati.

La questione riguarda il contesto delle società umane, la cui esistenza si basa su regole per la convivenza, tanto dei singoli quanto delle entità complesse che le compongono, pur con le varie sfumature e particolarità che le contraddistinguono. Chi ha il potere di regolare le tante e multiformi attività e bisogni potrebbe, nel farlo, danneggiare alcuni o favorire altri, tanto consapevolmente quanto magari inconsapevolmente per difetto di conoscenza approfondita di più aspetti che riguardino le cose sulle quali si legifera. È quindi interesse di chi possa sentirsi danneggiato o trascurato, far considerare al regolatore anche quegli effetti che potrebbero sfuggirgli e che possano riguardare tutta la collettività degli elementi e valori produttivi sociali in via generale. Si tratta cioè di rappresentare a chi legifera gli aspetti utili a contemperare le varie o diverse esigenze, per individuare, possibilmente anche con occhio al futuro, il miglior punto di equilibrio possibile dato il contesto socio-economico vissuto.

Il riferimento più efficace e più simpatico che trovo quasi sempre in articoli o commenti, è una frase ormai aneddotica di John F. Kennedy:
A lobbyist needs ten minutes and three pages to explain me a problem. My aides need three days and a ton of paperwork.
Il lobbista è quindi un esperto che mette a disposizione il suo “know-how”; un interlocutore che può aggiungere elementi di valutazione e di discussione su tematiche che vive direttamente.

Per citare ancora J. F. Kennedy:
Lobbyists are in many cases expert technicians and capable of explaining complex and difficult subjects in a clear, understandable fashion. They can explain in detail the reasons for positions they advocate. They serve a very useful purpose and have assumed an important role in the legislative process.

Fin qui parrebbe tutto logico e chiaro. Cos’è allora che può non andare; quali aspetti vengono considerati critici e necessitano di regole? Detto in maniera molto semplice e schematica, i cittadini eleggono i loro rappresentanti, ai quali demandano di fare le leggi che regolano le attività che riguardano la comunità. Questi rappresentanti, in un sistema ideale, rispondono del loro operato a chi li ha eletti e devono sempre dimostrare di agire correttamente, ovvero per il bene comune e non per interessi personali, in ogni caso sempre al di fuori di eventuali conflitti di interesse. Il punto è quindi la trasparenza degli atti, tanto delle istituzioni quanto dei singoli, e dei comportamenti di questi ultimi, soprattutto nel caso in cui detti rappresentanti vengano avvicinati da chi sia portatore di uno specifico interesse di parte, rispetto a provvedimenti legislativi da approntare o discutere. Lo spettro della corruzione, sempre dietro l’angolo, deve essere fugato; comportamenti men che corretti devono essere prevenuti con l’adozione di regole che impongano trasparenza e diano al tempo stesso dignità, tanto a chi si fa portatore di interessi, quanto ai soggetti istituzionali cui questi rivolgano la loro azione di informazione, ausilio e convincimento.

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Intervento del Dott. Gennaro Giancarlo TROISO, Consulente ed Esperto di compliance e AML in ambito finanza e intermediazione nonché Socio Fondatore di AICOM (Associazione Italiana Compliance)

LEGGI QUI l’articolo successivo 2/2,   Lobbying: comparazione fra USA, UE e Italia. Numeri e legislazione

 


Per approfondimenti e normative, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

La disciplina dell’attività di lobbying in Francia, Germania, Regno Unito e USA  –  Camera dei Deputati

Codice di condotta dei deputati e regolamentazione dell’attività di lobbying  –  Camera dei Deputati

Registro per la trasparenza: più chiarezza su lobby e istituzioni UE  –  Parlamento Europeo

Focus : Lobbying Ue sotto i riflettori  –  Parlamento Europeo

Ue, 11.800 lobby per influenzare Commissione e parlamentari. I casi di corruzione  –  Milena Gabanelli, Corriere della Sera

La Regolamentazione dell’attività di lobbying in Italia, American Chamber of Commerce in Italy

Il lobbying nell’Unione europea: le misure sulla trasparenza, Maria Cristina Marchetti

Lobbying e relazioni istituzionali nell’esperienza giuridica comparata italiana ed europea, Bruno Brienza

Analisi in ambito di lobbying da parte del gruppo GAFA all’interno dell’Unione Europea, Edoardo Mollona e Leonardo Stupazzoni

Oltre i confini nazionali. L’impatto delle lobbies sull’Unione europea, Gianluca Sgueo

La regolamentazione del lobbying in Europa, Luana Maria Arena



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