Ethical Banking

La Compliance per risolvere i dilemmi della digitalizzazione

24 agosto 2020

Redazione

La digitalizzazione della società determina sia la disponibilità di un quantitativo sempre maggiore di dati sia l’evoluzione degli strumenti tecnici per utilizzare al meglio tutti i dati disponibili. Le banche sono senz’altro fra le aziende con le più grandi quantità di dati e, potenzialmente, di informazioni.

Utilizzare i dati, comporta la risoluzione di dilemmi etici perché in gioco c’è sempre la fiducia della clientela ma anche la necessità per la banca di mantenere la sua rilevanza sul mercato.

Ben si comprende la necessità di un esperto di Compliance e Integrità per guidare e consigliare i colleghi in relazione ai dilemmi etici che sono parte integrante del processo decisionale.

Gli innumerevoli dati che le banche hanno a disposizione possono essere utilizzati per migliorare i servizi per la loro clientela. Infatti, più approfonditamente la banca conosce il cliente e migliore è il servizio che può offrire per rispondere alle diverse esigenze della clientela.

Chiaramente ci sono dei limiti all’utilizzo dei dati ma, i limiti, non sempre sono esattamente definiti dalla normativa e dalle politiche aziendali. L’utilizzo dei dati è una nuova frontiera e per questo non sempre è cristallizzato cosa si può e cosa non si può fare.

I DILEMMI

Le valutazioni devono essere sempre rigorose perché dietro i dati ci sono clienti reali e, quindi, ogni considerazione riguarda la loro fiducia nella banca. D’altra parte, le banche devono innovare i propri servizi per rimanere rilevanti e i clienti si aspettano nuove opportunità.

Quando si fanno le scelte per risolvere questo tipo di dilemmi è fondamentale che ci sia un processo di valutazione strutturato.

Ad esempio, un dilemma attuale è quanti e quali dati può utilizzare la banca per valutare l’affidabilità creditizia di un cliente?

 

LE PARTI E LE ARGOMENTAZIONI

Il primo passo del processo di valutazione è identificare – internamente e con tutte le aree coinvolte – le  argomentazioni/motivazioni degli stakeholder interni ed esterni.

Molte parti sono coinvolte in questo specifico dilemma per l’utilizzo dei dati: gli interessi sono molto diversi e anche le argomentazioni/motivazioni a sostegno delle varie parti.

Da un lato, le motivazioni per utilizzare il maggior numero di dati possibile consentono di:

a) determinare in maniera accurata l’affidabilità creditizia;

b) offrire al cliente un importo di credito adeguato e condizioni di contratto “su misura”;

c) alla banca la conoscenza precisa del rischio che assume.

d) E c’è comunque un interesse a livello sociale e privato per impedire alle persone di indebitarsi troppo e contrastare l’eccesso di prestiti.

I SUPERVISORI

Dall’altro lato, c’è una giustificata richiesta di utilizzare i dati con moderazione. Può succedere che un algoritmo che utilizza molti dati escluda involontariamente determinati gruppi di clienti dal credito? Per esempio, recentemente in America è stato riscontrato che un algoritmo che doveva valutare l’affidabilità creditizia considerava le donne meno affidabili. In alcuni casi, l’utilizzo dei dati può comportare pregiudizi seppure non intenzionali. E le banche devono fare molta attenzione.

In questo dilemma, sono da tenere in considerazione anche le ragioni dei supervisori che, ad esempio, vogliono evitare un indebitamento troppo elevato. Fra i supervisori occorre includere anche il Garante Privacy che può consigliare di limitare l’uso dei dati personali.

VALUTARE LE ARGOMENTAZIONI

Una volta che tutte le controparti, le opzioni e gli argomenti sono stati identificati/mappati, occorre è valutare e “soppesare” tutti gli argomenti.

Gli argomenti differiscono in base al peso, ci sono – ad esempio – i principi, gli interessi di parte, i fatti rilevanti e, perfino, le scuse (i.e. abbiamo sempre fatto così).

I principi – o diritti morali – sono i più importanti/pesanti. Questi sono anche moralmente applicabili da altre controparti ad esempio il principio morale di non discriminare in base al sesso.

La valutazione deve tenere conto anche degli interessi delle parti, come i desideri del cliente e i rischi per la banca.

Ogni scelta effettuata ha un impatto positivo o negativo sui diversi stakeholder. L’impatto può essere basso, medio o grande. Quando tutti i fattori per la valutazione sono stati accuratamente elencati, viene effettuata un’analisi delle opzioni e degli argomenti.

LE DISCUSSIONI NEI LUOGHI DI LAVORO

La formazione e il supporto ai diversi gruppi che insieme fanno le scelte per risolvere vari tipi di dilemmi, sono presenti in molte banche. Accanto all’importanza riconosciuta alla presenza di Comitati Etici a livello di top management cresce l’attenzione al luogo di lavoro: è sul campo che è bene saper fare le valutazioni etiche giuste.

Infatti, nei luoghi di lavoro è disponibile il maggior “sapere” (know-how) e le discussioni riguardano proprio gli strumenti tecnici. Per questo è importante che i data scientist siano consapevoli dell’aspetto morale delle loro azioni.

 



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