Compagnia Petrolifera Verde

Gli investimenti “sostenibili” delle compagnie petrolifere

18 agosto 2023

Redazione

Molti colossi del mondo petrolifero non amano gli investimenti sostenibili. Infatti, secondo il CEO della più grande compagnia petrolifera del mondo, gli investitori “verdi” hanno un deciso pregiudizio di base contro il petrolio e il gas. Questo modus operandi determinerebbe investimenti troppo scarsi nei combustibili fossili, con conseguenti carenze di disponibilità degli stessi (combustibili fossili).

Ma qualcuno sembra aver trovato la formula magica per gli investimenti “verdi”…

In teoria, gli investitori sostenibili e le compagnie petrolifere hanno poco a che fare l’uno con l’altro. Queste società ottengono di solito punteggi particolarmente bassi nelle classifiche delle aziende sostenibili. Pompare quasi dieci milioni di barili di greggio al giorno ha poco appeal nei circoli per la sostenibilità. Inoltre, spesso, le compagnie petrolifere sono controllate dallo Stato, come avviene anche in Arabia Saudita, un Paese che ha una cattiva reputazione nel campo dei diritti umani. Gli investitori sostenibili più attenti se ne stanno, ovviamente, alla larga.

La formula magica

Ma la realtà è un altra, a parere dell’agenzia di stampa Bloomberg. Il mondo finanziario ama le costruzioni complicate e, attraverso una di queste costruzioni, il denaro “sostenibile” è finito nelle mani di Saudi Aramco. Una delle più grosse compagne petrolifere “statali”, appartenente all’Arabia Saudita.

Ecco i fatti. Aramco ha avviato una procedura nel 2021 per raccogliere fondi per la costruzione di un proprio sistema di condotte. Questi gasdotti sono stati subappaltati a due diverse società controllate. La stessa Aramco ha poi venduto una partecipazione del 49% di tali società a un Consorzio di investitori, tra cui il noto investitore americano BlackRock. Questa operazione ha fruttato una somma di $28 miliardi.

Il Consorzio di investitori ha finanziato l’operazione con un prestito ponte (Bridge Loan) da parte delle banche. Per rimborsare questi prestiti, il Consorzio ha istituito due cosiddette società veicolo (SPV – Special Purpose Vehicle) in Lussemburgo. Queste società hanno quindi emesso obbligazioni, che gli investitori potevano acquistare.

La ragione esatta di questa costruzione non è del tutto chiara dal resoconto di Bloomberg, ma l’agenzia di stampa cita un investitore che sostiene che la compagnia petrolifera probabilmente voleva raccogliere capitali più economici dai dubbiosi mercati privati e, al di fuori del mercato azionario tradizionale di Borsa.

Non chiaro

E, non chiaro lo è certamente. Le due società veicolo, SPV sono così lontane dalla società petrolifera che improvvisamente si ritrovano facilmente nella categoria “sostenibile” di alcuni fondi di investimento. Anche diversi fondi attivi vi hanno investito dei soldi, e questo implica che un essere umano in carne e ossa ha controllato e revisionato l’investimento. Il segnale negativo ma anche la conferma della dubbiosa operazione è che la maggior parte delle parti coinvolte, anche nel mondo finanziario, si rifiutano di commentare a Bloomberg il loro coinvolgimento in questa costruzione atipica.

E questo mentre tutti gli investitori privati e istituzionali rivendicano e si vantano l’un l’altro del contenuto sostenibile dei loro investimenti. Incidenti come quello che abbiamo presentato non giovano certo alla reputazione di alcuni tipi di investimenti sostenibili. E, non è certamente la prima volta – né l’ultima – che il denaro per la sostenibilità viene investito in maniera così poco verde.



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