Guerra Russia-Ucraina

Crisi ucraina: siamo alla vigilia di una recessione economica?

25 febbraio 2022

Redazione 

L’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Vladimirovič Putin è un fatto gravissimo che viola il diritto internazionale(1) e una minaccia per l’ordine mondiale.

Le notizie che arrivano dall’Ucraina sono frammentarie si può solo immaginare la paura, il dispiacere, la rabbia, la disperazione che accompagnano gli Ucraini. Le notizie ci raccontano un Paese dove sono in atto forti combattimenti, dove chi può fugge e dove ovunque ci sono lunghe file di persone, davanti ai Bancomat, alle farmacie, ai negozi. Gli abitanti di Kiev sono in shock e molti cercano di scappare ma non c’è il panico.

In questi giorni, il Presidente ucraino Zelens’kyj ha mostrato più volte, nei suoi appelli televisivi, calma e coraggio.

Fin dove arriveranno i russi, nessuno lo sa. Le ultime notizie raccontano che hanno conquistato la ex-centrale nucleare di Chernobyl. E ora? Quale sarà la prossima mossa? Intanto, i Paesi confinanti sono i primi che si preparano ad accogliere i profughi ma c’è da essere sicuri che anche il resto dei Paesi dovrà e saprà accogliere i civili inermi e in fuga dall’Ucraina.

RECESSIONE DRAMMATICA

Per l’Europa e per l’Italia, si attendono tempi duri. Tutti i Paesi sono più o meno dipendenti dal gas russo. Occorre capacità di unità europea. La guerra giunge dopo settimane di forti tensioni tra Russia e Ucraina. Per l’Europa, fortemente dipendente dal gas russo, i rischi maggiori si hanno sul fronte delle forniture di gas. Si teme che che la Russia introduca contro-sanzioni che interromperanno in parte o del tutto la fornitura di gas. Ma questo non è mai successo in passato, nemmeno durante la Guerra Fredda. Secondo i calcoli della Banca centrale europea, una diminuzione del 10% della fornitura di gas porterebbe, nell’UE ad una crescita economica leggermente inferiore a quella prevista.

Le decisioni economiche e finanziarie dovranno tenere conto dell’evolversi della situazione. Le pressioni inflazionistiche sono elevate, i prezzi del gas e del petrolio sono saliti notevolmente. Fra gli scenari va inserita anche la possibilità che la BCE decida di non attuare gli aumenti dei tassi di interesse con la rapidità annunciata in precedenza.

La crescita economica in Europa era in aumento perché molti paesi hanno revocato le misure Covid; ma la volatilità dei mercati azionari è da tempo piuttosto elevata sia a causa dell’incertezza sui rialzi dei tassi di interesse sia perché di una crescita economica è leggermente più lenta del previsto. La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere un motivo in più per rallentare la crescita.

Da notare che, nelle ultime settimane, gli investitori istituzionali avevano già aggiustato i propri portafogli di investimenti, anche a causa delle tensioni tra Russia e Ucraina. Ora che è la guerra è effettivamente scoppiata, la maggior parte è restia a prendere immediatamente nuove decisioni. “Dobbiamo aspettare” è il commento più diffuso.
Inoltre, alcuni grandi investitori hanno acquistato materie prime aggiuntive per coprirsi, dichiarando: “In previsione dell’invasione, ma anche a causa dell’elevata inflazione e degli imminenti aumenti dei tassi, abbiamo acquistato materie prime aggiuntive per proteggerci da possibili perdite”.

EUROPA VS. USA

Molti investitori avevano puntato sulle azioni europee che a fine anno avevano prezzi molto interessanti rispetto a quelle USA. L’idea che circola è che l’impatto della l’impatto della guerra si farà sentire di più nel lungo periodo poiché i prezzi dell’energia rimarranno alti e potrebbe essere necessario finanziare gli eserciti e, infine, c’è davvero molta incertezza.

Occorre infine considerare che il portafoglio azionario di molti investitori istituzionali europei è stato ridotto a causa dell’inflazione, della politica della BCE ma anche della situazione tra Russia e Ucraina. Ora è fondamentale mantenere “calma e sangue freddo“.

In passato, i mercati si sono sempre ripresi rapidamente dai conflitti geopolitici. Inoltre, l’economia russa è di dimensioni simili a quella italiana, per cui l’impatto sui mercati finanziari globali sarà limitato. Il vero problema sono i prezzi dell’energia per le Aziende e per i Consumatori. Per l’economia è un bene che i consumatori possano spendere i propri soldi per le vacanze e per andare al ristorante anziché per la bolletta energetica. Inoltre, i prezzi dell’energia ancora più elevati aumenteranno ulteriormente l’inflazione, avviando di fatto un effetto domino che a sua volta potrebbe incidere sui profitti aziendali delle società quotate.

I RISPARMIATORI: GLI EFFETTI DELLA CRISI

L’oro, il dollaro e i titoli di stato – come sempre nei momenti di crisi – sono stati ieri i principali porti sicuri in cui gli investitori hanno potuto ripararsi dalla crisi dei mercati azionari, che sono precipitati in tutto il mondo a causa del conflitto Russia – Ucraina.

Infatti, il metallo giallo è salito di oltre il 3% ed ha toccato il livello più alto da settembre 2020. Le obbligazioni alla fine non offrono alcuna copertura perché il conflitto in Ucraina causerà un’inflazione ancora più alta. Inoltre, le banche centrali si troveranno a valutare gli aumenti dei tassi rispetto ad una situazione di rallentamento economico accelerato ed è probabile che ogni taglio degli attuali – e previsti – sette aumenti dei tassi saranno una spinta a favore dei metalli preziosi, oro in primis.

E, ieri, anche il dollaro ha anche agito come un porto sicuro per gli investitori. Il Dollar Index che confronta il valore del dollaro con con quella dei principali partner commerciali (nella forma di un paniere di valute), ha raggiunto un picco di oltre 1% in più a 97,74 per poi scendere leggermente a 97,37. Il dollaro si è apprezzato dell’1,5% nei confronti dell’euro e dello 0,5% nei confronti di un altro bene rifugio, il franco svizzero. Solo lo yen giapponese ha resistito bene alla valuta statunitense.

 

 


Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

(1)   Russia, Ukraine and International Law  –  Policy Paper | Fondation Robert Schuman



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