Redazione
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IL FUTURO DELL’EONIA CON LA BENCHMARK REGULATION
FINANCIAL BENCHMARK REGULATION E TASSI INTERBANCARI – parte seconda
L’EMMI e la revisione di EONIA
L’European Money Market Institute (EMMI) che è l’administrator dell’attuale tasso EONIA, ha annunciato che non porterà a termine una revisione approfondita di questo benchmark, perché EONIA non è compliant ai dettami della Benchmark Regulation.
L’EMMI sostiene che la valenza informativa e qualitativa di EONIA sarebbe inficiata sia dalla concentrazione dei deals contribuiti da poche banche di importanza sistemica che potrebbero rivelarsi eccessivamente influenti sul benchmark, sia dalla loro concentrazione geografica. EMMI ha aggiunto che includere nel calcolo del benchmark altri strumenti finanziari differenti dai depositi interbancari classici, in particolare i su citati certificati di deposito (CD) e la commercial paper (CP), non può migliorare sostanzialmente la rappresentatività dell’indicatore.
EMMI ha concluso che la metodologia di calcolo di EONIA rimarrà nel suo formato attuale fino al passaggio al nuovo benchmark, purché in assenza di cambiamenti di condizioni e dinamiche del mercato.
In sintesi, EMMI sostiene che la conformità dell’EONIA al nuovo regolamento europeo benchmark (BMR) entro gennaio 2020 “non può essere garantita”, ma, in base alle disposizioni transitorie del Regolamento, questo tasso può continuare a essere utilizzato come parametro di riferimento fino al 31 dicembre 2019.
AnalisiBanka: divulgatori per passione
La voglia di istituire l’Associazione AnalisiBanka deriva dall’entusiasmo di un gruppo di amici e di professionisti che si concretizza il 22 febbraio 2016 per firmare congiuntamente il relativo “contratto sociale”.
I soci fondatori presenti sono in ordine alfabetico: Borghi Sergio, Casati Federica, Ferfoglia Marco, Ghiselli Fabio e Invernizzi Ivo.
Fra le diverse motivazioni che ci hanno portato ad affrontare questa avventura, oltre ad una forte passione verso le problematiche del settore, una delle più importanti è stata quella di constatare la mancanza nel panorama bancario italiano di un contesto dedicato all’informazione ed anche alla formazione dei singoli operatori bancari e finanziari.
Riprogettiamo il modo di valutare la performance
La funzione valutativa: riprogettiamo il “modo” di valutare la performance
Cominciamo dalla fine: l’articolo 5, comma 11-quater, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito con la legge 135/2012 afferma che “ciascuna amministrazione monitora annualmente, con il supporto dell’Organismo indipendente di valutazione, l’impatto della valutazione in termini di miglioramento della performance e sviluppo del personale, al fine di migliorare i sistemi di misurazione e valutazione in uso.”
Dall’esperienza di formatore traggo una interessante conclusione al riguardo: il dettato dell’articolo è assolutamente sconosciuto!
La legge in cui è inserito l’articolo tratta di “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario. E l’articolo 5, reca in rubrica “Riduzione di spese delle pubbliche amministrazioni”.
Certamente si tratta di una norma che aveva lo scopo di racchiudere in sé diverse emergenze del momento, pur se nello stesso testo normativo. E ciò dà ancora più valore alla riflessione, che si rende necessaria, sulla “utilità” del sistema di valutazione.
Non si tratta di discutere sulla utilità, in senso assoluto, di esprimere una valutazione sulla performance o sui dirigenti, quanto, invece, sulla funzionalità dei sistemi attualmente impiegati.
Il modello Ripple come possibile futura valuta fiat
All’incirca a fine gennaio 2018, Chris Larsen, con un patrimonio di 59 miliardi di dollari, era il quinto uomo più ricco del mondo. Chris Larsen possiede 5,19 miliardi di ripple e il 17% delle azioni dell’omonima società di cui è presidente e, insieme a Jed McCaleb, cofondatore. Il quattro gennaio scorso, la valuta ripple (XRP) ha raggiunto il massimo storico svettando a 3,84 dollari; da quel giorno il valore della quotazione è crollato e oggi per comprare un ripple basta meno di un dollaro. Se però negli ultimi due mesi ripple ha perso circa i tre quarti del valore, l’arretramento, seppure consistente, è ben poca cosa rispetto alla prestazione record che dall’inizio 2017 aveva portato la quotazione del coin da 0,006 ai 3,84 dollari del picco massimo raggiunto a inizio gennaio scorso. Ora Chris Larsen non figura più tra i primissimi paperoni del mondo ma possiede pur sempre un patrimonio da fare invidia e la sua ricchezza è originata unicamente da una criptovaluta da lui stesso creata e immessa sul mercato. Ripple è una valuta digitale ed è la terza per capitalizzazione di mercato dopo bitcoin ed ethereum.
FINANCIAL BENCHMARK REGULATION E TASSI INTERBANCARI
FINANCIAL BENCHMARK REGULATION E TASSI INTERBANCARI – parte prima
La European Financial Benchmark Regulation
Il regolamento UE 2016/1011, noto come Financial Benchmarks Regulation (BMR) già efficace dal 1° gennaio 2018, ha introdotto uno schema comunitario volto ad assicurare l’accuratezza e l’integrità degli indicatori finanziari utilizzati come benchmarks al fine di determinare sia il valore di uno strumento finanziario (titoli, contratti di money market, strumenti derivati), sia il valore di un contratto di finanziamento (mutui, leasing, aperture di credito), o la performance di fondi d’investimento domiciliati nell’Unione Europea come OICVM, OICR e Fondi di Investimento Alternativi. Il legislatore europeo evidenzia due requisiti di un indicatore di riferimento: un requisito oggettivo rappresentato dal benchmark stesso e dai suoi elementi costitutivi e un requisito soggettivo, riguardante i doveri istituzionali degli attori coinvolti nel processo di definizione, gestione e utilizzo del benchmark.
La portata storica di questo regolamento europeo è da ricondursi all’esigenza di chiarezza e “legalità” originata dagli abusi da manipolazione del tasso LIBOR, perpetrati su questo benchmark da importanti player di mercato nel 2012.
Per evitare il ripetersi di queste irregolarità, il legislatore europeo ha posto particolare enfasi sull’affidabilità degli indicatori e sulle regole comportamentali proposte agli attori di mercato, principi questi già introdotti nel 2014 nella Market Abuse Directive (MAD), focalizzata sul tema delle manipolazioni.
Antiriciclaggio: V Direttiva AML
ANTIRICICLAGGIO V DIRETTIVA AML. MODIFICA DELLA DIRETTIVA UE 2015/849
Il 14 maggio 2018 il Consiglio europeo ha adottato una direttiva che rafforza le norme UE destinate a prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. La sua adozione fa seguito ad un accordo raggiunto con il Parlamento europeo nel dicembre 2017. Il Parlamento ha approvato il testo concordato il 19 aprile 2018.
Lo scopo è quello di tagliare i mezzi finanziari dei criminali senza ostacolare il normale funzionamento dei sistemi di pagamento. La direttiva, che modifica la direttiva 2015/849, è parte di un piano d’azione in risposta agli attacchi terroristici del 2015 e del 2016 a Parigi e Bruxelles, nonché alle fughe di notizie provenienti dai “Panama Papers”.
Video-Intervista con il Dr. Giuseppe Nucci: Le sfide delle amministrazioni pubbliche – ultima parte
Redazione
Gdpr: chi è responsabile di cosa: chiariamo i dubbi
Intervento di Franco Pizzetti, professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Torino, già presidente dell’Autorità Garante per la Privacy dal 2005 al 2012
Gdpr, chi è responsabile di cosa: chiariamo i dubbi diffusi tra le aziende.
Nel Gdpr il titolare resta uno e uno solo e tutti i trattamenti fanno sempre capo a lui e alla responsabilità che su di lui grava. Si pone quindi il problema di chiarire con precisione il rapporto che sussiste tra chi opera come titolare e chi come responsabile. Ecco cosa c’è da sapere.
Il concetto di accountability è il centro del nuovo Regolamento europeo relativo alla protezione dati personali (GDPR).
Tutta la nuova normativa si basa sulla responsabilità del titolare del trattamento “di mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire, ed essere in grado di mostrare, che il trattamento è effettuato conformemente al regolamento” (art.24 paragrafo 1).
Inoltre a rafforzare il ruolo centrale del titolare e della sua responsabilità relativamente alle misure tecniche e organizzative adottate lo stesso art. 24, al paragrafo 2, specifica che “dette misure sono riesaminate e aggiornate qualora necessario”.
Financial Stability Board: Il rischio sistemico della cattiva condotta
Il Financial Stability Board – FSB – ha pubblicato nei giorni scorsi il documento Strengthening Governance Frameworks to Mitigate Misconduct Risk contenente gli strumenti utilizzabili – da parte di aziende e autorità di vigilanza – per affrontare e ridurre cause e conseguenze della cattiva condotta nel settore finanziario.
L’FSB ribadisce il ruolo primario della fiducia, fattore essenziale per il buon funzionamento del sistema bancario e finanziario e per assicurare l’allocazione dei capitali all’economia reale. La cattiva condotta nel settore finanziario indebolisce la fiducia e, pertanto, la possibilità dell’economia reale di attrarre capitali; con un effetto a cascata, questa, può determinare inevitabili rischi sistemici.
L’impatto della cattiva condotta del dipendente danneggia l’azienda e la sua reputazione e si estende all’intero settore finanziario e all’economia minandone la fiducia da parte dei consumatori e operatori finanziari. Le multe e le sanzioni costituiscono efficaci deterrenti alla cattiva condotta ma l’efficienza è data dall’azione preventiva sulla governance societaria.
Si stima che a partire dalla crisi finanziaria 2007-2008 le multe e le spese legali per cattiva condotta a carico delle banche globali sono stati più di USD 320 miliardi che avrebbero potuto essere impiegati in prestiti a famiglie e imprese per un totale di circa USD 5.000 miliardi.