Giorni memorabili che hanno cambiato l’Italia

Alle radici della Compliance: Esplorando la Giustizia e i principali eventi del Novecento Italiano

10 marzo 2024

di Fabio NEROZZI e Walter TRIPI

Il nuovo libro di Gian Carlo Caselli

La giustizia è amministrata in nome del popolo.
I giudici sono soggetti soltanto alla legge.

Art. 101 della Costituzione Italiana

Nel tessuto della giustizia italiana, Gian Carlo Caselli emerge come una figura emblematica, un faro di integrità e imparzialità che dal vasto panorama del sistema giudiziario del nostro paese, si pone come esempio alle nuove generazioni.

L’articolo 101 della Costituzione italiana afferma che “La giustizia è amministrata in nome del popolo” e che “i Giudici sono soggetti soltanto alla legge”: Caselli incarna questi princìpi fondamentali di una giustizia imparziale e indipendente.

È proprio attraverso questa integrità e imparzialità che esplora gli eventi salienti della storia italiana nel suo libro ‘Giorni memorabili che hanno cambiato l’Italia (e la mia vita)’, scritto a quattro mani con il figlio Stefano Caselli.

In quest’opera, il lettore viene condotto in un viaggio avvincente attraverso cinquant’anni di storia italiana: una storia di trame fitte ed eventi reali più complessi di qualunque romanzo, ma che sono trattati con la rigida linearità e concretezza degli autori.

Il punto di vista non può che essere quello di Gian Carlo Caselli, un ex magistrato che ha vissuto e influenzato molti degli eventi chiave della Prima Repubblica e del Novecento italiano. Il libro offre una prospettiva unica, intrecciando la narrazione degli avvenimenti storici con le esperienze personali e professionali di Caselli e la sua famiglia.

Attraverso dieci date simboliche, tappe di un viaggio di Legalità, si esplorano temi centrali del recente passato italiano come il terrorismo delle Brigate Rosse, la lotta contro la mafia, la strage del cinema Statuto e il processo contro Giulio Andreotti. Questi eventi sono presentati non solo come fatti storici, ma anche come momenti che hanno plasmato la vita e la carriera di Caselli, offrendo al lettore una comprensione più profonda dei contesti e delle dinamiche che hanno caratterizzato l’Italia del tempo. D’altronde, il punto di vista umano, il dietro le quinte personale, l’emozione e la profonda empatia che emergono, aiutano a delineare la tangibile realtà, talvolta decisamente cruda, del nostro Bel Paese. 

Il viaggio parte con due date che hanno segnato il percorso della magistratura e la carriera di Caselli.

La data del 27 aprile 1974 è quella che segna una svolta significativa nella storia della magistratura italiana, quando Eugenio Cefis viene condannato a 3 mesi e 20 giorni, il giorno in cui l’uomo più potente d’Italia è chiamato a rispondere delle sue azioni di fronte a un giudice. 

Eugenio Cefis, insieme a due amministratori delegati della Montedison, al direttore dello stabilimento di Scarlino e ai comandanti di due bettoline, è stato rinviato a giudizio. L’accusa afferma che, agendo in concorso, hanno attuato il programma di scarico in mare dei residui della produzione del biossido di titanio dello stabilimento di Scarlino della Montedison tramite le navi-cisterna Scarlino I e Scarlino II. Questo scarico ha danneggiato le risorse biologiche dell’alto Tirreno e del mar Ligure, introducendo sostanze tossiche nelle acque, con l’intento di uccidere gli organismi marini e distruggere il plancton.

Questo evento rappresenta un punto di svolta nella mentalità della magistratura italiana, che inizia a interpretare il proprio ruolo non solo in modo burocratico, ma con un’etica della responsabilità volta a ottenere risultati socialmente utili nel rispetto delle regole stabilite.

Questo segna l’inizio di un lungo percorso in cui la magistratura si confronta con il terrorismo, la presenza di poteri occulti e illegali come la P2, una mafia sempre più potente e aggressiva e una corruzione dilagante. Allo stesso tempo, la magistratura si afferma come garante del diritto dei cittadini alla legalità nei confronti dei poteri forti, sia privati che pubblici, e come strumento di controllo dell’esercizio di tali poteri. Viene a galla l’intreccio strettissimo tra l’azione del sistema giudiziario, le dinamiche della Legalità e lo svolgersi degli eventi storici italiani in un passato recente, di cui ancora oggi non si smette di scrivere e su cui ancora oggi non si smette di interrogarsi, consapevoli di non avere tutte le risposte.

Il libro prosegue con un’altra data cruciale: 27 maggio 1974.  Una vera e propria svolta nella carriera di Caselli, che avrà un impatto profondo non solo sulla sua vita professionale, ma anche sulla metodologia investigativa adottata nella magistratura italiana. 

In quel giorno, l’arresto di Ferrari a Firenze porta alla scoperta di prove legate al caso del sequestro Sossi a Torino. La scoperta di un volantino di rivendicazione in possesso di Ferrari porta il fascicolo del sequestro Sossi sul tavolo di Caselli. 

Questo evento segna l’inizio di una serie di innovazioni investigative e giudiziarie che influenzeranno, anche in questo caso, la pratica della magistratura italiana. La vita di Caselli, senza il ritrovamento di quel foglio piegato nella tasca di Ferrari sarebbe presumibilmente stata diversa, ma le sue conseguenze hanno contribuito a ridefinire il panorama investigativo e giudiziario in Italia, producendo risultati tangibili nel corso degli anni successivi.

La narrazione, nei capitoli successivi, è arricchita da aneddoti, retroscena e dettagli che rendono i personaggi e gli eventi vividi e avvincenti. Si evidenzia il ruolo centrale della magistratura e la sua importanza nell’assicurare la giustizia e nel difendere i principi fondamentali della Costituzione Italiana.

Il libro affronta anche le controversie e le critiche rivolte a Caselli nel corso della sua carriera, mostrando come abbia affrontato tali sfide con integrità e determinazione, ma anche quanto nella concreta realtà del presente che si svolge, le luci e le ombre tendano ad essere purtroppo costantemente mischiate fino a che il tempo non le definisce anche per gli spettatori.

In tal senso, particolarmente significativi sono gli attacchi ricevuti dal Magistrato in conseguenza al cosiddetto “processo del secolo”, istruito dalla Procura di Caselli e che vedeva come imputato Giulio Andreotti.

La relativa sentenza emessa dalla Corte d’appello di Palermo, e poi confermata nel dicembre 2004 dalla Cassazione, affermando che Giulio Andreotti ha dimostrato una stretta e duratura connessione con la mafia fino alla primavera del 1980, segna un nodo stretto nella storia politica italiana. Sebbene Andreotti sia stato assolto in appello dall’accusa di associazione mafiosa, la verità processuale ci dice che ciò è avvenuto solo in quanto i reati commessi fino a quel momento risultavano prescritti. Le motivazioni della sentenza, contenute in un documento di 1520 pagine, rivisitano profondamente la vicenda giudiziaria del sette volte presidente del Consiglio, attribuendogli responsabilità significative.

La scrittura è chiara, appassionata ed elegante, grazie anche al contributo di Stefano Caselli, giornalista del Fatto Quotidiano, che ha arricchito il testo con dettagli e ambientazioni che evocano epoche passate.

In conclusione, “Giorni memorabili che hanno cambiato l’Italia (e la mia vita)” è un libro coinvolgente e informativo che offre una panoramica completa della storia recente dell’Italia, mostrando come gli eventi storici abbiano influenzato non solo il paese, ma anche la vita di un uomo che ha dedicato la sua carriera alla giustizia e alla difesa dei valori democratici.

Intervento di Fabio NEROZZI, AML Specialist

Intervento di Walter TRIPI, Marketing Manager e Giornalista



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