di Andrea VIVOLI
Nella storia recente sono poche le innovazioni regolamentari capaci di indurre un vero e proprio break strutturale nella gestione del business bancario, come nel caso della seconda direttiva in materia di servizi di pagamento (Dir. UE n. 2366/2015, c.d. PSD2)(1).
Neanche l’overreaction delle Autorità di vigilanza alla crisi finanziaria del 2008, con le nuove regole sul capitale (da Basilea III in avanti), ha indebolito la posizione dominante delle banche nella relazione con i clienti. Anzi, le disposizioni di volta in volta introdotte accrescevano le barriere all’entrata per chi desiderava proporsi come concorrente credibile nella proposta di servizi finanziari alternativi a quelli bancari.