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Women 7 (W7):  l’Anno sfidante per le Pari Opportunità della Presidenza italiana

16 febbraio 2024

di Florinda SCICOLONE

Il Women 7 è il Gruppo internazionale sulle Pari Opportunità che affianca il G7(1). La presidenza del Women 7 segue la Presidenza dello stato che ospita il G7 e dal momento che quest’anno il G 7 è sotto la Presidenza italiana anche il Women 7 è sotto la Presidenza italiana. 

Il Women 7 è il riferimento internazionale su tutte le sfide che si affrontano per il raggiungimento della parità di genere e la tutela dei diritti delle donne.

W7   Engagement Group ufficiale sulle Pari Opportunità formato dalla società civile ma riconosciuto come interlocutore ufficiale in materia di pari opportunità dai Governi del G7.

Il Women 7 è stato costituito per la prima volta nel 2018 dalla presidenza canadese del G7.

Le cinque macro aeree dei temi del Women 7 2024  nei quali lavoreremo saranno:

  1. lavoro,
  2. empowerment finanziario,
  3. lotta alla violenza contro donne e bambine,
  4. giustizia climatica,
  5. pace e sicurezza.

In una call for advisors la cui candidatura è scaduta 15 dicembre scorso, abbiamo selezionato 80 advisors internazionali che rappresentano ONG, associazioni e fondazioni internazionali, esponenti che provengono dalla società civile di 40 paesi del mondo  che proprio da questa settimana sotto le guida delle co-chair e del Comitato italiano W7 inizieranno a scrivere le c.d. raccomandazioni sui temi oggetto del W7 che poi dovranno confluire in una communique che consegneremo come Women 7 Italia al Summit Women 7 che si svolgerà a Roma il prossimo maggio con un parterre di illustrissimi ospiti e personalità mondiali che parteciperranno e, durante il quale, consegneremo per l’appunto la communique alla Premier Giorgia Meloni oppure al Vice Premier, Ministro degli Esteri Antonio Tajani che poi porteranno le nostre istanza al Vertice G 7 di giugno in Puglia. L’obiettivo, per indicarlo con le parole che ha pronunciato recentemente la co-chair Martina Rogato, è “portare il gender mainstreaming sul tavolo dei leader G7 per strappare un impegno concreto”.

I motori quindi si sono accesi, le vele si sono spiegate per la partenza con il vento in poppa, la sfida per noi Women 7  è iniziata e questa settimana è stata un momento importante perché,  gli 80 advisors hanno cominciato lo studio per la redazione nei vari temi delle raccomandazioni.

Non nascondo che l’emozione è grande, ma la responsabilità per me è superiore all’emozione perché dobbiamo presentarci a maggio con una communique in rappresentanza dei paesi G 7 allargata a 40 paesi, quindi sentiamo noi, Comitato, accanto alle co-chair, la responsabilità sui temi in oggetto in vasta rappresentanza internazionale.

Una sfida che ci trova cariche di energia e di aspettative perché ci stiamo avvicinando al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 quindi il Women 7 2024 dovrà essere già una forte base nella quale indicare ai leader del G7 come raggiungere il goal 5 dell’agenda 2030.

Nel prossimo marzo la Delegazione italiana Women 7 si recherà presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York. 

Possiamo dire che un piccolo posto nella storia della parità di genere sarà per le componenti del Women 7 Italy 2024, dal momento che scriveremo una pagina della storia della parità sui temi a livello internazionale e quindi verso  l’impegno per il raggiungimento della parità di genere nel mondo.

Possiamo quindi definirlo un anno chiave per la parità dove l’appoggio delle associazioni di donne, dei mass media sarà molto importante per dare cassa di risonanza per accendere i riflettori sull’impegno verso il riconoscimento dei diritti dell’altra metà del cielo nel mondo che siamo noi donne. 

I riflettori saranno ovviamente puntati sul Summit Women 7 al Campidoglio il prossimo maggio.

Il Women 7 sotto la Presidenza italiana è importante e direi che abbiamo una maggiore responsabilità, anche, perché siamo l’unico paese del G 7 che ci presentiamo con una Premier donna Giorgia Meloni. 

Come membro del Comitato Italiano W7, ma soprattutto come cittadina italiana, mi piace considerarlo come  un anno sfidante nel quale ci auguriamo che  tempi sociali possano essere  maturi per vedere accogliere alcune  raccomandazioni sullo sviluppo dell’empowerment femminile.

Mi auguro che i tempi sia maturi e sono fiduciosa, perché da 24 anni che mi occupo  dei temi di Pari Opportunità, passi avanti si sono avuti.

Personalmente il tempo trascorso alla buona causa della parità mi permette di analizzare il fenomeno e riscontrarne i passi avanti storici, giuridici che si sono posti.

Ho avuto l’onore di trovarmi in un altro momento storico molto importante, infatti, a poco più 30 anni di età mi trovai in un momento storico nel quale vi fu la nascita  per le pari opportunità  che è stata la legislatura del 2001-2006  quando venne varato la riforma dell’art. 51 della Costituzione che sancì l’introduzione delle pari opportunità nella Costituzione, ebbi l’onore di commentare presso rivista gruppo al Senato importanza giuridica-sociale e istituzionale di tale riforma. Possiamo dire che è stata tale riforma il punto di partenza in Italia dell’introduzione del principio delle pari opportunità. Che cosa si intendeva e che cosa va inteso per pari opportunità, che il vero obiettivo che bisogna perseguire, ovvero, che le donne e uomini del nostro tempo devono avere parità di accesso ad ogni luogo. La riforma indica parità di accesso al pubblico, ma per interpretazione estensiva della norma costituzionale, giuridicamente significa che tale principio va riconosciuto sia nel pubblico che privato. Possiamo dire che ogni riforma legislativa che ha comportato introduzione come espressione della parità in Italia dal 2001 in poi è stata grazie proprio a questa riforma. 

Mi piace sottolineare chiaro e forte che il principio delle pari opportunità è un significato diverso  dell’espressione diversity, inclusion. Invece, purtroppo, molto spesso sento invocati pari opportunità, diversity, inclusione come se fossero sinonimi, in realtà non lo sono e comprendo quando sento considerarli sinonimi che manca, da più parti, la conoscenza della storia della parità di genere se nello scenario collettivo talvolta erroneamente vengono invocati come significati sinonimi.

Pari Opportunità, Diritti Civili delle Donne, Diversity ed Inclusion sono tutti significati diversi. È importante delineare e dare contenuti esatti a questi significati per comprendere che direzione dovremo seguire se si vuole raggiungere obiettivo dell’Agenda 2030, altrimenti, si rischia di disperdere l’obiettivo e la bussola.

Sette anni di Coordinamento del Dipartimento dei Diritti Civili delle Donne a soli 36 anni mi ha fatto impattare in Italia con quello che significa realizzazione dei Diritti Civili delle Donne che espressione e realizzazione diversa delle Pari Opportunità, essere stata dentro Dipartimenti delle Pari Opportunità mi ha fatto comprendere la differenza della realizzazione degli uni e degli altri.

Per esempio, se si vuole esprimere la declinazione dei diritti civili delle donne non bisogna guardare solo alle donne cittadine italiane, ma al concetto di universalità dei diritti come declinazione della difesa dei diritti umani, quindi, bisogna guardare a tutte le donne che nel nostro Stato vi sono. Proprio in questi giorni si è ricordata la giornata mondiale istituita dell’ONU per la lotta all’Infibulazione la lotta alla mutilazione degli organi genitali delle donne. Una pratica atroce che non riguarda le donne italiane, ma riguarda la grande comunità di donne musulmane che vivono in Italia. Proprio l’Italia è l’unico paese che ha legiferato su questa atroce pratica introducendola come fattispecie criminosa nel Codice Penale con la Legge Consolo la Legge 7/2006. Ricordiamoci che rientra nel novero del catalogo dei reati del D.lgs 231/01 cioè rientra per quanto riguarda il comparto sanitario nella compliance delle strutture sanitarie come reati del catalogo della 231/01, art 25 quater, art 8, responsabilità dell’ente se viene commesso tali reati nelle strutture sanitarie, l’ente deve dimostrare di avere applicato un sistema MOG a prevenzione di tali reati. Quindi, non solo diritti umani, ma compliance rientrando nel Dlgs 231.

È stata una legge espressione della tutela dei Diritti Civili delle Donne non cittadine italiane cioè in chiave dei diritti umani che l’Italia può portarsi il vanto di aver emanato. Ho avuto l’onore di seguire tutto l’iter parlamentare di approvazione della legge e impegno che mise allora un grande giurista allora Senatore Consolo. 

Quelli furono gli anni in cui si accese questo dibattito mondiale nella famosa Conferenza mondiale sull’infibulazione a Nairobi, dove ci furono a testimonianze di ragazze che avevano subito tale terrificante pratica.

Oggi, abbiamo la Convenzione di Istanbul che ricorda che la violenza sulle donne è un crimine contro l’Umanità.

Sono molto costernata, come donna, che questa settimana si è perso un’occasione storica, per la prima volta si è trovato un accordo tra Consiglio e Parlamento Europeo per la prima legge europea contro la violenza sulle  donne, ma  vi è stata una battuta di arresto non vedendo incluso il  riconoscimento  dello stupro senza consenso, sono orgogliosa che Italia era tra gli stati che puntava al riconoscimento. In cambio è stato previsto solo l’obbligo degli Stati di sensibilizzare sul consenso.  

Quindi ci accorgiamo che Diritti Civili delle Donne e Pari Opportunità sono due espressioni e significati diversi. E importante perseguire gli uni e gli altri. 

Oggi, far parte come espressione della società civile del Comitato Italiano W7, cioè del Gruppo internazionale sulle Pari Opportunità che affianca il G7 mi riempie di responsabilità, mi auguro che le pari opportunità possano trovare una declinazione importante in questo anno nelle aziende, mi auguro, quindi che:

  • le stesse opportunità vengono concesse ai talenti maschili e a quelle femminili,
  • la stessa retribuzione venga concessa a uomini e donne,
  • le donne non debbano più lasciare la realizzazione professionale per dedicarsi alla cura di figli e genitori anziani,
  • contro le molestie nei luoghi di lavoro si alzino i presidi a tutela,
  • e, soprattutto, mi auguro che venga concessa ad ogni donna la piena autonomia finanziaria per essere libere da ogni forma di violenza economica. 

Mi auguro in buona sostanza che lo sviluppo sostenibile di genere diventi un Must per ogni azienda e che la Governance comprenda che investire  in politiche di genere aziendale produce un ritorno positivo al business e alla società civile tutta. 


Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

  • (1)  Il 4 luglio 2023, presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura si è svolta la Conferenza stampa internazionale di presentazione dei 12  membri in rappresentanza di organizzazioni che componiamo il Comitato italiano del Women 7 insieme a tre co-chair.
  • (1) L’11 dicembre 2023, abbiamo vissuto il passaggio storico delle consegne dalla  Delegazione Giapponese alla Delegazione italiana del Women 7 (W7). Il passaggio è avvenuto in un virtual meeting alla presenza  della Ministra Eugenia Roccella, Ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia e di Lella Golfo. 
  • (1) Le co-chair Claudia Segre, Martina Rogato, Annamaria Tartaglia hanno raccolto il testimone dalle co-chair giapponesi Kazuko Fokuda e Atsuko Miwa.


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