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Il Piano Nazionale Anticorruzione 2022: le principali novità, fra semplificazione e innalzamento della guardia

11 aprile 2023

di Matteo CORBO

Con la delibera n. 7 del 17 gennaio 2023, ANAC ha pubblicato il “Piano Nazionale Anticorruzione 2022”(1).

Il PNA è un atto di indirizzo per tutti i soggetti tenuti al rispetto della normativa in materia di prevenzione della corruzione, che illustra linee guida e obiettivi per lo sviluppo delle strategie di prevenzione a livello nazionale, nonché fornisce indicazioni e supporto a tali soggetti per la stesura del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT) e per la concreta adozione delle necessarie misure di prevenzione.

Importanti semplificazioni sono state introdotte per le Amministrazioni o gli Enti con meno di 50 dipendenti, le quali, a partire da quest’anno:

  • possono, dopo la prima adozione, confermare per le successive due annualità lo strumento programmatorio in vigore con apposito atto dell’organo di indirizzo;
  • nelle attività di progressiva mappatura dei processi svolti, devono procedere con priorità rispetto:
    • ai processi rilevanti per l’attuazione degli obiettivi del PNRR,
    • ai processi direttamente collegati a obiettivi di performance, nonché
    • ai processi che coinvolgono la spendita di risorse pubbliche.

Il PNA 2022 ha introdotto inoltre significativi aggiornamenti in merito alle pubblicazioni di dati e documenti nella sottosezione denominata “Bandi di gara e contratti” della sezione “Amministrazione trasparente” o “Società trasparente”. Le disposizioni inerenti a tale sottosezione, contenute nell’Allegato n. 9 dello stesso PNA, sostituiscono infatti l’allegato 1) alla delibera ANAC 1310/2016 e l’allegato 1) alla delibera ANAC 1134/2017.

In sostanza, sono indicate 21 categorie di pubblicazione, volte a fungere da presidi di prevenzione della corruzione, e a bilanciare, con una maggiore trasparenza, le deroghe alla legislazione ordinaria in materia di contratti pubblici, conseguenti alla pandemia. Gli obblighi di pubblicazione così rivisitati si inseriscono infatti nel più ampio quadro di programmazione e monitoraggio degli obiettivi strategici relativi alle misure anticorruzione e alla trasparenza delineato da ANAC e risentono al contempo del mutato contesto normativo, di cui si dirà poco oltre.

Per quanto riguarda la trasparenza dei contratti pubblici, ANAC è intervenuta anche sulle modalità di pubblicazione: i dati non dovranno più essere pubblicati sui portali dedicati in ordine temporale di emanazione, ma ordinando sistematicamente le pubblicazioni per specifico appalto, in modo che il cittadino possa conoscere l’intera evoluzione di ciascun contratto pubblico.

Sempre in materia di trasparenza, merita di essere segnalata una decisa sterzata in favore della digitalizzazione dei processi amministrativi, che si inserisce nel ben più ampio ambito consacrato dal Codice dell’Amministrazione Digitale. A supporto dei Responsabile anticorruzione e trasparenza (RPCT) e degli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV) – che hanno in carico le responsabilità di gestione e monitoraggio degli adempimenti – ANAC, infatti, suggerisce che “nei limiti delle risorse a disposizione dell’ente, affinché il monitoraggio sia svolto in modo efficiente, è in primo luogo auspicabile il ricorso a strumenti informatici”, valorizzando in tale maniera sensibilmente il ricorso allo strumento tecnologico.

Passando poi all’analisi dell’impostazione complessiva del Piano, lo stesso risulta diviso tra una parte generale e una parte speciale. La parte generale fornisce una guida ai RPCT e ai soggetti pubblici nella pianificazione delle misure di prevenzione della corruzione e della trasparenza. L’Autorità ha in particolare dedicato la prima parte del PNA alle indicazioni per la predisposizione della sezione del PIAO relativa alla prevenzione della corruzione e della trasparenza; l’intento è chiaramente quello di ridurre oneri per i soggetti pubblici e al contempo contribuire a migliorare i risultati delle attività amministrative al servizio dei cittadini e delle imprese.

Fra le tematiche particolarmente attenzionate da ANAC in questa prima parte, si segnalano:

  • la necessità di uno stretto coordinamento fra disciplina anticorruzione e strategia antiriciclaggio,
  • un aggiornamento dello statuto del RPCT e della sua struttura di supporto, a cui viene dedicato l’intero allegato 3 e,
  • l’eterna (e così controversa) questione del pantouflage (in merito alla gestione del quale viene anticipata la predisposizione di Linee Guida ad hoc)(2).

Particolare attenzione è stata dedicata anche al monitoraggio sull’attuazione di quanto programmato per contenere il rischio corruttivo. Pensare alla normativa anticorruzione come mero adempimento procedimentale conduce infatti ad un’inevitabile scarsa attenzione rispetto alla verifica dei risultati ottenuti con le misure programmate. È essenziale, invece, che le misure di prevenzione siano poche ma chiare, ben programmate e coordinate fra loro e soprattutto concretamente attuate e verificate nei risultati.

La parte speciale è invece incentrata sulla disciplina derogatoria in materia di contratti pubblici a cui si è fatto frequente ricorso per far fronte all’emergenza pandemica, oltre che all’urgenza di realizzare interventi infrastrutturali di valore per il Paese. Conseguentemente, i numerosi interventi legislativi in materia hanno creato una stratificazione normativa che ha reso più che mai composito e variegato il quadro legislativo di riferimento.

Proprio per far fronte alle numerose norme derogatorie, l’Autorità ha innanzitutto voluto offrire alle stazioni appaltanti un supporto nella individuazione di misure di prevenzione della corruzione agili, ma allo stesso tempo utili ad evitare che l’urgenza degli interventi agevoli esperienze di cattiva amministrazione, propedeutiche a eventi corruttivi e a fenomeni criminali. D’altra parte, proprio per questo, anche le norme in materia di trasparenza sono state rese decisamente più puntuali.

In conclusione, il PNA 2023 ha apportato importanti modifiche al quadro normativo in materia di anticorruzione e trasparenza, senza andare in ogni caso a porre in discussione i pilastri della materia. Indubbiamente, oggi più che in passato si impone la centralità degli appalti come area di rischio; e ciò avviene sia alla luce del fatto che il PNRR ha riversato ingenti quantità di denaro sul mondo pubblico italiano (altro tema è poi la loro effettiva messa a disposizione per il sistema Paese), sia del processo di semplificazione conseguito all’emergenza da Covid-19 che ha originato non poche contraddizioni in materia di affidamenti pubblici.

Insomma, la semplificazione è al contempo uno strumento di lotta alla corruzione e un possibile pericolo per la tenuta del sistema anticorruzione, al quale corrisponde uno speculare innalzamento del livello di guardia da parte di Anac. Alla prassi, e ai futuri orientamenti ANAC l’ardua sentenza: si troverà un equilibrio fra semplificazione e anticorruzione?

Intervento di Matteo CORBO – Avvocato, Ph.D. – Socio c/o Studio SASPI-Fieldfisher


Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

(1) ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), Piano Nazionale Anticorruzione 2022 | delibera n. 7 del 17 gennaio 2023

(2) M. Rubini (2022), “Gli strumenti di prevenzione della corruzione: il divieto di Pantouflage“, Risk & Compliance Platform Europe; www.riskcompliance.it



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