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Governance e Proprietà nel calcio: opportunità per un revisore indipendente

8 luglio 2021

Redazione

Gli scandali che coinvolgono i Club calcistici nonché le Federazioni sportive nazionali ed internazionali e riportati da giornali e TV di tutto il mondo sono la dimostrazione di quanto il settore sportivo sia in ritardo nella gestione della governance aziendale e nell’implementazione di policy adeguate.

La causa di questa sofferenza è da ricercare, da un lato nella tradizione più che decennale di politiche di autoregolamentazione e, dall’altro, nella rapida espansione – del settore – che non ha precedenti.

Questi i temi del Seminario “Economic Crime Series: Governance and Ownership Issues in Football” organizzato online dall’Università di Portsmouth con la collaborazione di Risk & Compliance Platform Europe e a cui hanno partecipato la prof.ssa Lisa Jack in qualità di moderatore e il dr. Rob Wilson e la dr.ssa Christina Philippou, come relatori.


Il dr. Rob Wilson – responsabile del dipartimento Finanza, Contabilità e Sistemi Aziendali alla Sheffield Hallam University – fin dal 2010, ha partecipato a ricerche e progetti in ambito calcio, finanza e governance. Attualmente è coinvolto in un progetto sull’impatto finanziario del COVID-19 sul calcio e sulle sue comunità ed è stato consulente per la English Football League.

La dr.ssa Christina Philippou è docente principale presso l’Università di Portsmouth e Chartered Accountant qualificata. In passato ha lavorato in una Big Four come contabile forense e si è occupata di controversie e perizie in ambito frodi, insider trading, corruzione, antiriciclaggio.

NUMERO DI SPETTATORI E PARTITE DI ALTO LIVELLO

Il dottor Wilson nel suo intervento ha evidenziato che il calcio occupa ed ha sempre occupato un posto rilevante nelle notizie dei media. Alla fine degli anni ’80 e inizio anni ’90, le notizie sul calcio non riguardavano certamente la finanza ma erano incentrate sul comportamento dei tifosi e sugli hooligans. Il contesto del panorama calcistico europeo era piuttosto precario. Inoltre, i dati sul numero di spettatori “dal vivo” mostrano una netta diminuzione: fra il 1948 e il 1988 si passa da circa 50.000 a circa 15.000 spettatori “dal vivo” in media per le partite di alto livello.

Questi dati sono importanti per capire da dove viene il calcio. In una ricerca pubblicata nel 1985 il noto sociologo Chas Critcher affermava la morte del calcio, come noi lo conosciamo. Nel calcio che è espressione di una società post-industriale non sono possibili guadagni finanziari e per questo è destinato a finire in disparte e dimenticato.

LA PREMIER LEAGUE INGLESE: NUOVE REGOLE PER UNA COMPETIZIONE PIÙ EMOZIONANTE

Il Dr. Wilson ha portato all’attenzione del pubblico il caso – per ora rientrato – della Superlega Europea il cui progetto è stato interamente guidato dalla necessità di generare ricavi e dal controllo dei costi. Nel 1992 quando iniziò la Premier League, ad ogni Club della Lega furono riconosciuti 38 milioni di sterline l’anno per facilitare il loro passaggio dal Campionato di Calcio alla Premier League, con la promessa che: la competizione sarebbe stata molto più interessante ed emozionante; i giocatori sarebbero stati più in forma, più veloci e più forti e avrebbero guadagnato più soldi.

Ma nei 25-30 anni successivi al 1992 si è assistito ad un costante aumento del pacchetto dei diritti televisivi e siamo arrivati alla situazione attuale. Si è passati da una situazione in cui, all’anno, venivano trasmesse 60 partite in TV e i Club guadagnavano 38 milioni di sterline ad una situazione in cui abbiamo circa 200 partite a stagione – tutte trasmesse in diretta – con giocatori di Premier League e un guadagno minimo per Club di circa 120 milioni di sterline.

Tuttavia, c’è un’elevatissima inflazione e altrettanto elevata inflazione sulle transfer fee dei giocatori. Per cui nonostante i Club di Premier League abbiamo molti milioni di risorse si trovano a spendere di più di quanto incassano e nonostante ci siano campionati più emozionanti e anche nelle competizioni europee i giocatori siano più in forma, i problemi sono gli stessi che c’erano nel calcio degli anni ’80.

LA SUPERLEGA EUROPEA ED I REVISORI INDIPENDENTI

Per quanto riguarda la Superlega Europea, secondo il dr. Wilson si è trattato di un lavoro molto affrettato e come si suol dire “la gatta frettolosa fa i gattini ciechi“. I media non hanno colto che c’era un sentimento molto negativo da parte dei tifosi intorno al progetto della Superlega Europea e “avidità” è stata la parola più associata al progetto: i Club stavano cercando di fare più soldi possibili.

Da qui si è sviluppata una domanda per la dr.ssa Philippou su cosa può fare il Governo per regolamentare il calcio. Secondo la dr.ssa Philippou il problema riguarda cosa può fare un “revisore indipendente” anche se si tratta semplicemente di applicare le regole che gli organi di governo (Federazioni) o le Leghe hanno autonomamente stabilito. Ci sono anche altri problemi che riguardano alcuni giocatori che sarebbero accusati di riciclaggio o di frode. Da notare che nel Codice Etico della FIFA (Fédération Internationale de Football Association) si parla esplicitamente di comportamento illegale, anti-etico e immorale e del pericolo di traslare questa reputazione negativa al calcio.

Secondo la dr.ssa Philippou è fondamentale che nel caso in cui ci fosse un revisore indipendente chiarire che il suo compito non è solo essere d’accordo con le regole stabilite dai Club ma soprattutto monitorarne l’applicazione e integrare (le regole) con un ulteriore set di principi. Pertanto, non si tratta semplicemente di fare un test e via ma di garantire che i controlli verranno eseguiti regolarmente ogni anno. Se si riesce a raggiungere questo obiettivo, la regolamentazione del calcio potrà davvero cambiare anche attraverso la creazione di propri standard che creino un più solido perimetro dei controlli.

CI SONO TANTI ELEMENTI DA REGOLAMENTARE: DA DOVE COMINCIARE?

Per il dr. Wilson c’è sempre un’area grigia quando si tratta di regolamenti. Ci sono due cose da considerare: innanzitutto i Club non possono permettersi questi revisori indipendenti e neppure le Federazioni; e, di conseguenza, oggi non ci sono sufficienti revisori per eseguire tutti i controlli e le verifiche dei bilanci. Il calcio ha milioni e milioni di entrate a sua disposizione, ma il tutto è speso per i giocatori e le fee di trasferimento, quindi in realtà non rimane molto da investire sui problemi normativi nel calcio.

Per la dr.ssa Philippou entra in gioco anche il concetto di autoregolamentazione ed è qui che si crea un conflitto di interessi. In questo caso sarebbe un vantaggio avere un revisore esterno indipendente per il controllo dei pagamenti e dei bilanci. Con l’autoregolamentazione chi andrà mai ad applicare i regolamenti contro il proprio Club. Un regolatore indipendente avrebbe maggiore capacità di applicare i regolamenti.

Tuttavia, come ha notato la dr.ssa Philippou, ci sono così tanti problemi con i regolamenti che non si sa bene da dove cominciare? Dai regolamenti finanziari? Dal lato etico? O partiamo dalla criminalità finanziaria, dai diritti umani o alla diversità? Ci sono così tanti elementi nella regolamentazione, e questo è di per sé un problema.

SE IL CALCIO È UN’INDUSTRIA IN PERDITA: PERCHÉ CI SONO INVESTIMENTI IN QUESTA ATTIVITÀ?

Secondo la dr.ssa Philippou, i Club calcistici sanno usare bene la loro forza finanziaria e legale, e ciò dimostra quanto hanno da spendere, se lo desiderano. In definitiva, dal punto di vista della criminalità economica (economic crime), in generale, il calcio è un’industria in perdita, dal lato del Club. Quindi, la domanda è: perché si acquistano attività in perdita? Da una parte ci sono ragioni molto legittime, per i fan il calcio è un bene della comunità oltre che uno sport. Per l’acquirente è quindi una questione di ego personale e prestigio, acquisire fama e celebrità.

Ma alla base di tutto, secondo la dr.ssa Philippou vi sono i collegamenti con il riciclaggio di denaro e con l’evasione fiscale. Poi vi sono acquirenti che provengono da aree instabili con sconvolgimenti politici e che vogliono trasferire i loro soldi in una giurisdizione più sicura. Tutte ragioni valide, per il crimine economico, per legittimare il trasferimento di fondi.

TASSE E COMPLIANCE: QUALE RUOLO GIOCANO NEL CALCIO?

La prof.ssa Lisa Jack, moderatrice di questo Seminario, ha posto una domanda da parte del pubblico ad entrambi i relatori: le questioni relative a tasse e compliance giocano un ruolo nel calcio in questo momento? La dr.ssa Philippou ha affermato che dipende dal regolamento. Ci sono molti problemi potenziali di evasione fiscale nel mercato dei trasferimenti e delle commissioni di trasferimento. Ci sono stati casi, ad esempio, di incanalare denaro attraverso i diritti di immagine e di non dichiararli nel modo giusto.

Il dr. Wilson ha aggiunto che ha anche iniziato a vedere la nascita di molte società offshore, e non solo a livello di Club. Tutto ciò è poco trasparente, a volte sono i giocatori stessi che si costituiscono come società a responsabilità limitata e spesso offshore; diventa quindi difficile seguire il denaro che passa attraverso questi tipi di società. All’inizio degli anni 2000 ci sono stati casi di giocatori della Premier League che hanno “usato” enti di beneficenza per approfittarne direttamente loro. Tuttavia, questi illeciti hanno cominciato a diminuire con il riconoscimento dei problemi nel calcio e soprattutto grazie alle indagini sempre più accurate e all’introduzione di regolamentazioni più rigide.

PERCHÉ I CLUB CALCISTICI VENGONO TRATTATI IN MODO DIVERSO RISPETTO AD ALTRE ATTIVITÀ?

Dr. Wilson ha affermato di non sapere perché il calcio venga trattato in modo diverso. Secondo lui il business del calcio sembra essere gestito su una scala altamente emotiva, mentre la maggior parte delle altre attività tende ad essere molto più stabile. Si vedono molte cose nel calcio che probabilmente non vedresti mai in altri settori.

C’era anche un’altra domanda da parte del pubblico che ha chiesto informazioni sulla proprietà ed in particolare sui proprietari stranieri. Dr. Wilson ricorda che alcuni dei peggiori proprietari nel calcio inglese sono stati britannici e, d’altra parte, alcuni dei migliori mai avuti in Premier League provengono da paesi d’oltremare.

Questo non dovrebbe essere designato come un problema di proprietà nazionale rispetto a quella straniera perché il calcio è diventato globale e riceve investimenti da tutti e cinque i continenti.

CONCLUSIONE

Durante questo Seminario, il dr. Wilson e la dr.ssa Philippou hanno esaminato le questioni di governance e proprietà nel calcio, nonché il modo in cui queste si collegano alla criminalità economica. È stato sollevato il ruolo di autorità di regolamentazione indipendenti e la loro importanza nel calcio, dove hanno evidenziato quanto sia fondamentale avere revisori esterni che eseguano controlli e la verifica dei bilanci su base annuale.

È stata anche esplorata l’interessante domanda sul perché si investe in attività in perdita come il calcio, con la risposta che sembra andare verso il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale, secondo la dr.ssa Philippou.

 



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