Ingrid Gacci

Una Piattaforma Europea per Rischio e Compliance

28 gennaio 2017

di Ingrid Gacci

Attualmente esiste una Piattaforma Europea per Risk & Compliance. Gli ideatori sono professionisti e accademici con una lunga e provata esperienza nel mondo finanziario e bancario. Lo spirito che anima gli iniziatori è quello di trattare la materia di Rischio & Compliance nella lingua d’origine dei Paesi con contenuti specifici per ogni Paese e in un’unica Piattaforma europea favorendo il dialogo, la condivisione e lo scambio di idee su temi legati a compliance, audit, integrità e relativi rischi.

 La Piattaforma – disponibile oggi in olandese, tedesco, francese e inglese – si espande anche in Italia con l’inclusione delle tematiche più attuali e più sentite dalla numerosa comunità di professionisti e accademici che si occupa di Governance, Rischio e Compliance in Italia.

Il progetto per l’Italia sta definendosi e vede la Dott.ssa Ingrid Gacci – manager presso la filiale di Amsterdam di Intesa Sanpaolo Luxembourg Bank – incaricata dello sviluppo e lancio della Piattaforma Italiana. La Dott.ssa Gacci lavora da molti anni nel settore bancario sia in Italia sia in Olanda e si occupa di organizzazione, finanza, compliance, risk management e relazioni con gli Organi di Vigilanza. Recentemente ha contribuito al volume Valutazione e Controllo edito da Franco Angeli e a cura del Prof. Massimo Balducci ed è stata relatore al Congresso Nazionale Risk & Compliance tenutosi in Olanda.

La Piattaforma è un circolo virtuoso e si pone i seguenti obiettivi:

  1. diventare centro di aggregazione e riferimento di una materia vasta perché riguarda ambiti sempre più ampi e complessa perché gli operatori e i mercati sono essi stessi organizzazioni sempre più complesse;
  2. stimolare la riflessione su tematiche nuove che hanno, spesso, molteplici implicazioni organizzative;
  3. condividere esperienze e soluzioni diverse per problematiche legate all’applicazione delle normative;
  4. favorire i contatti fra il mondo bancario e finanziario, gli accademici, i consulenti, le aziende che si realizzano soluzioni tecnologiche per la gestione e il monitoraggio dei rischi di integrità.

Questi obiettivi vengono realizzati attraverso:

  • la pubblicazione di contributi personali firmati nella forma di articoli e white paper;
  • l’organizzazione di un congresso annuale;
  • la diffusione di una newsletter mensile;
  • la formazione con corsi specialistici;
  • la pubblicazione di ricerche di personale;
  • la presentazione di tecnologie e prodotti che permettono il monitoraggio e la mitigazione dei rischi relativi riciclaggio (AML e CDD di gruppi aziendali), frode interna ed esterna, terrorismo, etc.

 

Il sito web di riferimento, a cui si aggiungerà la sezione Italiana, è: www.riskcompliance.it

Questo approccio a 360 gradi nasce dalla consapevolezza che l’interpretazione e la corretta applicazione delle normative – unitamente agli strumenti tecnologici necessari – sono essenziali per identificare, monitorare ed includere la gestione dei rischi di integrità nel ciclo aziendale e, di conseguenza a) gestire processi aziendali e le responsabilità sottostanti, b) dare forma e contenuto a policy, procedure, istruzioni nel segno delle best practice, c) fare business decidendo quali rischi sono accettabili – e, in questo caso come monitorarli al meglio – e quali rischi sono da rifiutare.

Il ruolo della compliance è in corso di evoluzione e i confini delle responsabilità vengono via via a spostarsi in seguito ai mutamenti della società, delle normative, della governance e della cultura.

In particolare, accanto al presidio dei rischi di integrità tradizionali come riciclaggio finanziamento al terrorismo e embarghi hanno assunto molta importanza i rischi di integrità legati a: crimini finanziari e, in particolare al conflitto di interessi, frodi – interne ed esterne-, manipolazione del mercato finanziario, corruzione, frode fiscale, concussione fino a cybercrime. Questo ha portato a ridefinirne il ruolo in azienda e a riconoscerne il ruolo “di utilità sociale”.

Il fil rouge che caratterizza la definizione delle attività di compliance è dato da quanto indicato dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (BCBS) per cui la compliance parte sempre dai vertici dell’azienda con comportamenti etici e integri: tone at the top e, in particolare ” La Compliance sarà più efficace in una cultura aziendale che enfatizza standard di onestà e integrità e in cui il CdA e la dirigenza fanno da esempio con i loro comportamenti. Una banca dovrebbe attenersi a standard elevati nello svolgimento di lavoro, e in ogni momento sforzarsi di osservare lo spirito e il contenuto formale della legge”.

In azienda il valore aggiunto della compliance è da un lato, stimolare la crescita della cultura aziendale verso comportamenti etici e integri sia del singolo sia dell’istituzione; dall’altro porsi come strumento qualitativo e supportare la Direzione nelle decisioni relative a indirizzo aziendale e modello di business, aiutando a decidere quali rischi (in relazione ad attività e prodotti) sono accettabili – e fino a quale livello – e quali invece sono inaccettabili, seppur in un contesto di crescita e virtuosismo aziendali.

Il presidio dell’etica, dell’integrità e dei relativi rischi riveste anche un ruolo di utilità sociale che si attua con il supporto al ripristino della fiducia nelle banche e nelle istituzioni finanziarie. La stabilità finanziaria è un bene pubblico che si basa sulla fiducia, oggi come durante le crisi del secolo scorso. E le parole del Presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt nel 1933 durante uno dei suoi famosi “Fireside Chats” sono quanto mai valide “There is an element in the readjustment of our financial system more important than currency, more important than gold, and that is the confidence of the people“.

La crisi finanziaria degli anni scorsi e la pesante eredità che viviamo oggi con le enormi sofferenze bancarie accumulate dalle banche – 201 mld a gennaio 2016 –, l’attesa per i risultati degli stress-test, la vendita di obbligazioni subordinate alle famiglie se mostrano il settore finanziario in tutta la sua complessità lasciano il dubbio che il ruolo della compliance non sia ancora pienamente realizzato.

Si gioca sul campo europeo e gli eventi nazionali hanno implicazioni per la stabilità finanziaria nazionale ed europea in primis e anche internazionale; da qui la necessità di comprendere gli impatti delle normative fin dalle prime discussioni e, il ruolo della compliance che può e deve fare la differenza per riguadagnare la fiducia della gente e ricalibrare il livello morale.

Non si tratta di monitorare meramente l’applicazione delle leggi ma di svolgere un ruolo attivo per presidiare i rischi di integrità e migliorare la Governance. Questo richiede necessariamente che policy, procedure e best practice comprendano etica e integrità e che siano integrate nei processi aziendali in modo da favorire l’onesta dei comportamenti.

 

Come fare per ancorare l’integrità e l’etica alla cultura aziendale?

Come identificare lo spirito della legge nonché il contesto e l’idea di base?

Quali incentivi economici (premi aziendali) e non (pressione di altri) svolgono un ruolo nelle decisioni di proporre determinati prodotti?

Ci sono incongruenze fra gli obiettivi comunicati e le decisioni che vengono prese?

Cosa può fare la compliance per diffondere una cultura aziendale che comunica in modo trasparente gli obiettivi?

Quali sono gli strumenti per combattere il crimine finanziario internazionale?

Quali sono le nuove modalità di riciclaggio di denaro?

Come sta manifestandosi in altri paesi il trend della maggiore responsabilità personale nelle attività bancarie e finanziarie?

 

La materia è complessa e richiede approfondimenti e confronti che trovano un valido punto di riferimento professionale nella Piattaforma Europea Risk & Compliance.

La triade Compliance, Risk Management e Governance sono proprio i temi che vengono affrontati nella Piattaforma Europea Risk & Compliance. I temi sono trattati da angolature diverse per cui c’è spazio per interventi che provengono da fonti ed esperienze diverse: la pratica del lavoro, l’analisi legislativa, il contributo accademico, la parte tecnologica con i software sviluppati per assicurare la Direzione aziendale del rispetto delle strategie. I contributi nella forma di articoli e white paper firmati vengono pubblicati nella prima pagina e nella sezione News.

Per lo sviluppo dell’area Italiana della Piattaforma Europea Risk & Compliance sono ben accetti i contributi in forma di scritti, articoli, opinioni, etc. da parte di persone che si occupano della materia e intendono pubblicare sulla Piattaforma. Per poter coinvolgere il maggior numero di professionisti possibile, la Piattaforma è e rimarrà totalmente gratuita, relativamente ad accesso, lettura e scarico di tutti i contenuti, ricevimento della newsletter. Parimenti gratuita la pubblicazione degli articoli.

Coloro che intendono collaborare o ricevere informazioni dettagliate possono scrivere al seguente indirizzo: gacci@riskcompliance.it
oppure su Twitter @RiskComplianceI

 

 

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