Antiriciclaggio, nuove sfide

Antiriciclaggio: Le nuove sfide per i soggetti obbligati

8 dicembre 2023

di Emmanuele DI FENZA

Quando ad inizio degli anni 90 ricevemmo l’incarico di realizzare una soluzione informatica per tutto il sistema bancario, operammo si sotto gli auspici del Governatore Ciampi ma nello scetticismo causato dal timore di insostenibilità di costi necessari per mettere a fattor comune oltre 700 banche dell’epoca stressate da continue regolamentazioni.

Le principali direttrici progettuali a fini di concretezza, hanno riguardato da un lato, la qualità e l’immediatezza dei dati (problema sempre molto complesso) e dall’altra, sul piano giuridico, la necessità di garantire efficacia e giusto bilanciamento, tra i contributi da fornire alle misure di prevenzione e quelli da fornire alle misure di repressione, nel rispetto dei singoli ruoli.

Decisivo in tal senso il contributo ancora attuale di Banca d’Italia barra UIF, Guardia di finanza, DIA e Magistratura, che consente un valore aggiunto investigativo tutto italiano, tenuto conto dell’elevato numero di procedimenti penali che negli ultimi 30 anni hanno fruito delle nostre segnalazioni, a differenza di quanto avviene all’estero.

Sorprendentemente attuale l’invito dell’epoca, formulato da parte del Procuratore Vigna volto a realizzare contromisure per difendere il nostro sistema da una infiltrazione inquinante di una criminalità con robuste alleanze e con propensione all’innovazione soprattutto nei momenti di cambiamento o di crisi, naturali o provocate. 

In tal senso è sempre attuale evidenziare come la consacrazione della ‘ndrangheta, come massima organizzazione mafiosa, risalga al 1908 profittando della ricostruzione dopo il gravissimo terremoto. 

Così come le attuali rilevanti conseguenze economiche derivino da incidenti quali le recenti crisi finanziarie, covid e guerre, palesemente  a vantaggio di terze organizzazioni.

Sottolineando l’efficacia del seguire le tracce del denaro professata da Costa, Chinnici, Falcone e Borsellino, il dott. Vigna ci parlò però di una criminalità sempre piu connessa e multimediale al punto da poter essere assimilata per organizzazione, mezzi e metodi, più all’assetto dei servizi segreti in tempo di guerra, dunque per profittare di crisi, che non a logiche di famiglie.

Occorre altresì sottolineare il rischio che risiede nella superficialità di chi ritiene, più o meno consapevolmente, che i dati chiave per svolgere un’efficace azione di supporto alla legalità, siano pochi ed agevolmente gestibili

A titolo esemplificativo evidenzio l’approccio AML di ritenere sufficienti i dati dei bonifici (utilizzati con ovvia estrema cautela dalla criminalità), perdendo di vista il principio che, un’adeguata verifica della clientela (titolarità effettiva, profilo economico, natura e scopo della relazione in primis), necessiti viceversa di rilevanti qualità di dati come dimostrato dal modello italiano.

Problema assolutamente non secondario è poi costituito dall’elevata specializzazione delle risorse non sempre supportate da altrettanto necessarie competenze multi disciplinari oggi rare in quanto dispendiose a causa dei tempi di formazione necessari.

Accanto al rischio informatico si evidenzia pertanto il rischio di inadeguata gestione organizzativa sulla base dell’errata convinzione che le automazioni tendano più a sostituire l’intelligenza umana che non ad affiancarla.

Solo per paradosso: non si tratterà più di usare uno smartphone in sostituzione di telefoni, computer, macchine fotografiche, televisori, banche dati ed enciclopedie, ma di sostituire in moltissimi casi proprio chi oggi usa lo smartphone.

Dal punto di vista dei contenuti, secondo un rapporto internazionale, sarebbe stato percepito negli ultimi due anni un declino in alcune aree quali:

  1. l’uso improprio delle organizzazioni senza scopo di lucro per il finanziamento del terrorismo;
  2. la cruciale trasparenza della titolarità effettiva;
  3. la tenuta del sistema integrato di vigilanza, azione penale e confisca;
  4. l’ambito delle misure volte a prevenire la proliferazione delle armi di distruzione di massa.

Se aggiungiamo le tematiche Fintech e la gestione di rischi paese, terrorismo ed embargo, è intuitivo reputare che risulteranno vincenti robuste strutture di governo organizzativo

  • più orientate a risultati concreti che alla loro edulcorata presentazione.

A tal proposito si evidenzia come nei paesi anglosassoni, dove il ruolo delle SOS è meno legato ad azioni penali, siano presenti attività sanzionatorie molto più sbilanciate sugli assetti strettamente organizzativi che non sugli incidenti avvenuti per inadeguata conoscenza della clientela. Approccio che per definizione sarà oggetto di armonizzazione tramite AMLA (Anti Money Laundering Authority).

Concludo ricordando che negli Stati Uniti,  Bank of America nacque come Bank of Italy grazie alla intuizione di un visionario di famiglia genovese con i piedi per terra.

Amadeo Giannini, che oggi sarebbe etichettato come destrutturato e resistente al cambiamento per assenza di fiducia nel sistema dominante costituito da pubblicizzate best practice

La capacità di pensare con la propria testa è invece sempre vincente.

Come diceva Falcone: per garantire un futuro migliore per l’umanità è sufficiente, che ognuno, ogni testa, faccia il proprio dovere

È bello immaginare un futuro dove  legalità e tecnologia saranno diffusamente affrontate con competenza e senso del dovere dalle organizzazioni e dalle persone e non con eserciti di meri esecutori pronti a servire, per lo più inconsapevolmente, nefaste finalità sia da parte di colletti bianchi sia da parte di terroristi e sopraffattori, il più delle volte supportati da falsificate informazioni.

Ne va di mezzo il futuro.

Intervento di Emmanuele DI FENZA, (già Group Head of Financial Crime Customer Investigations Intesa Sanpaolo). Consulente, con una lunga storia di collaborazione con magistrati, finanzieri e funzionari dell’UIF e delle istituzioni.



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