La nuova banca digitale: una minaccia o uno stimolo per la banca tradizionale?

29 dicembre 2020

Redazione

Le banche – soprattutto retail – sono ad un punto di svolta in quanto molti loro servizi stanno rapidamente diventando obsoleti.

La trasformazione digitale delle banche è necessaria e non è più rinviabile. Serve:

  • per poter implementare le nuove tecnologie;
  • per poter continuare a competere con la crescente concorrenza;
  • per rimanere al passo con i comportamenti e le esperienze d’acquisto dei clienti;
  • e per conquistarsi un posto nei nuovi ecosistemi.

Questi motivi sono alla base dell’aumento delle richieste – da parte delle banche – di flessibilità digitale e di interconnettività.

La trasformazione digitale delle banche è guidata dai rapidi sviluppi del mercato. Il mercato sta profondamente cambiando e richiede:

1) tempi brevi per lo sviluppo di nuovi prodotti;
2) una forte interazione con il cliente principalmente attraverso strumenti che favoriscono:

– il self-service (con facilità d’utilizzo cd. user friendly) e molti meno contatti con l’impiegato bancario e la filiale;
– lo scambio di informazioni in tempo reale;
– i pagamenti istantanei;

3) mutate normative che intendono favorire la concorrenza fra operatori del settore finanziario (SEPA e PSD2) e, quindi, avvantaggiare i clienti-consumatori.

FINTECH E BIGTECH: IL MODELLO DI BUSINESS

Questi sviluppi rendono più facile per i nuovi operatori che entrano nel mercato fornire servizi finanziari con investimenti relativamente bassi. Sul “campo di battaglia” dei servizi bancari e finanziari entrano nuovi protagonisti ossia le banche fintech (i.e. N26 e Bunq) ed i giganti tecnologici (i.e. Facebook e Google) in aperta concorrenza per le esistenti banche tradizionali.

I nuovi competitor si presentano come banche ma sono semplicemente aziende IT. I prodotti che offrono sono sviluppati sulle informazioni raccolte e derivanti dal comportamento del titolare del conto. Per ottenere questa approfondita conoscenza del cliente è necessario avere un modello di business dinamico e innovativo.
Sono aiutati dal fatto che nel settore della gestione dei dati e delle informazioni del cliente-consumatore le banche tradizionali sono molto in ritardo nonostante stiano cercando di cambiare rapidamente e recuperare il tempo perduto.

Un altro sviluppo importante è che un numero di banche sempre maggiore sta cercando di portare avanti una strategia di presenza globale diffusa. In questo caso ai vantaggi legati al maggiore dimensionamento sono da aggiungere i vantaggi che derivano dalla possibilità di testare rapidamente i mercati e, sviluppare prodotti dedicati.

Le banche di successo sono:

  1. attive nei mercati locali della propria clientela e,
  2. attente non più soltanto alle istituzioni finanziarie locali,
  3. ma anche ai partner (commerciali) locali, soprattutto quelli della propria clientela.

Ancora una volta, le banche si industriano per creare valore aggiunto e lo realizzano principalmente a partire dalla raccolta di informazioni e approfondimenti del mercato locale.

Ma la creazione di valore aggiunto non è un assolo eseguito da una sola banca. La creazione di valore nasce essenzialmente con lo sviluppo di una “catena di valore“: un ecosistema locale di clienti e partner.

Aziende come Google e Amazon lavorano già da tempo insieme al settore delle banche retail. Si collegano ad una piattaforma di interconnessione finanziaria dove il comportamento del cliente viene collegato ai dati delle sue transazioni. Le transazioni, le attività sul telefono cellulare e le esperienze del cliente vanno ad alimentare servizi di intelligenza artificiale (IA) e di Business Analysis che sono forniti dagli stessi giganti tecnologici. Successivamente, in base all’analisi dei dati fatta in tempo reale, si può prevedere il comportamento del cliente.

INNOVAZIONE E POTERE DEI DATI

Il comportamento ed i dati dei clienti vengono spesso archiviati e analizzati a livello locale sia perché non c’è alcun interesse a far viaggiare i dati dei clienti da una parte all’altra del mondo; sia perché, trattandosi di molti dati, occorre assicurare un buon livello di efficienza. Questo richiede ambienti distribuiti dove le banche attraverso hub locali consentono la connettività ai provider di cloud pubblico. Un hub locale – e pubblico – può diventare ancora più importante nel caso in cui le banche utilizzino i dati dei clienti forniti da soggetti locali ma appartenenti ad altri settori come ad esempio i negozi online di aziende fornitrici di energia.

Vale la pena ricordare alcuni dei nuovi ecosistemi finanziari digitali come WeChat in Cina e gli accordi di collaborazione di Wells Fargo con Xero e Finicity negli Stati Uniti.

L’IMPATTO DELLA CRISI DA CORONAVIRUS

La situazione che si è creata in seguito al Covid-19 ha rimarcato le difficoltà delle banche tradizionali.
Infatti, occorre sottolineare che i sistemi IT delle banche tradizionali attualmente non sono progettati per un aumento improvviso delle transazioni digitali.

E questo in un mondo in rapida evoluzione, si pensi che durante il primo lockdown in Germania la Deutsche Bank ha avuto in un solo giorno 2,5 milioni di accessi online al proprio conto corrente. I contanti sono stati banditi dai Paesi e la digitalizzazione improvvisamente non è più un optional.

Le banche sono consapevoli che la pandemia Covid-19 sta cambiando per sempre il comportamento dei consumatori. E si adeguano, digitalizzando i processi ed eliminando il più possibile le azioni umane. In questo contesto la connettività ricopre un ruolo fondamentale: non solo per i clienti ma anche per tutti coloro che lavorano da casa (in telelavoro o smart working). Anche per il settore finanziario è necessario che i propri sistemi siano connessi il più vicino possibile all’utilizzatore finale (cliente o dipendente in telelavoro):

  • da un lato, affinché la durata della transazione sia la più breve possibile,
  • dall’altro per assicurare la maggiore efficienza possibile dei costi.

 

PAROLA CHIAVE: INTERCONNETTIVITÀ

L’interconnettività è cruciale e, parimenti, le banche devono assicurarsi di implementare un sistema solido. Dal vademecum delle banche sappiamo che:

  • nessuna banca vuole dipendere da un unico fornitore;
  • le connessioni devono essere completamente ridondanti e fornite da diversi fornitori.

L’interconnettività, definita come un collegamento diretto tra le parti che si scambiano traffico (dati e info) fra loro, può funzionare ed avere successo solo se si tiene conto dei due aspetti suddetti.

Le banche si stanno concentrando sempre di più sull’interconnettività affinché gli ecosistemi di operatori finanziari e delle telecomunicazioni, partner, dipendenti e clienti siano il più vicino possibile fra loro. Ricerche di mercato recenti mostrano come banche e assicurazioni aumenteranno la loro larghezza di banda di interconnessione in tutto il mondo di quasi il 40% nei prossimi tre anni.

In questo modo, le banche rendono i loro servizi prontamente disponibili attraverso vari canali: Internet, cellulare e telefono fisso.

Allora sì che le banche saranno pronte per il futuro.

 



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