NPL Credit

Gli NPL: la remunerazione per gli investitori e le conseguenze per le banche

26 ottobre 2018

di Alberto ROSSI

GLI NPL E L’INFLUENZA DELLA DUE-DILIGENCE SUL PREZZO DI CESSIONE – parte seconda comprende la video-intervista sul tema NPL

Nella prima parte oltre a trattare la classificazione degli NPL in incagli e sofferenze è stata affrontata la cessione degli NPL e la securitization nonché il ruolo imprescindibile della due-diligence preventiva.

 

I flussi di cassa e la remunerazione delle “notes

Come detto la cartolarizzazione è correlata all’emissione di prestiti obbligazionari che hanno come garanzia collaterale dei “crediti deteriorati”; ma da dove provengono i flussi di cassa che permettono di remunerare gli investitori obbligazionari?

La remunerazione delle cedole staccate a favore degli investitori obbligazionari avviene grazie al recupero dei crediti nei confronti dei debitori – ceduti e dei loro garanti. In questo senso svolge un ruolo molto importante l’azione legale che viene incardinata per il recupero; recupero che deve essere sempre ponderato non solo in termini di remunerazione economica ma anche (e soprattutto) in termini temporali.

Si pensi, ad esempio, al caso di scuola del credito ceduto costituito da un mutuo ipotecario di € 100.000 garantito dal valore dell’immobile. Dato un credito di € 100.000 e un valore di perizia dell’immobile di € 80.000 a causa della svalutazione del mercato immobiliare è inevitabile che non potranno essere ignorate da parte del creditore proposte di definizione stragiudiziale, purché congrue, che potrebbero evitare una procedura esecutiva immobiliare. Procedura che, come noto, ha tempi molto lunghi e costi elevati per chi la sostiene che, di fatto, si riflettono su quello che sarà il prevedibile incasso che sarà recuperato al suo termine. Inoltre un incasso immediato o anticipato rispetto alla previsioni di recupero formulate al momento della “due diligence” eseguita prima dell’acquisto del credito permetterebbe di “eliminare” la relativa posta a bilancio con effetto positivo sullo stato patrimoniale della società di cartolarizzazione.

Vero è che la soluzione transattiva, sempre da preferire in termine assoluti, non può essere accettata senza una adeguata ponderazione proprio per i medesimi motivi contabili e patrimoniali. Il credito “ceduto”, il patrimonio del debitore e le sue garanzie costituiscono (indirettamente) il “patrimonio” della SPV e, di conseguenza, senza adeguate valutazioni giuridiche o contabili molto difficilmente potrà essere stralciato un credito per effetto di un accordo che sia lesivo della prospettiva di recupero minima che sarebbe in ogni caso garantita, nel caso ipotizzato, dall’immobile oggetto dell’ipoteca al netto delle spese e dei costi legali e, soprattutto, ad un prezzo comunque inferiore o uguale a quello pagato dal cessionario al cedente per il credito nominale.

Valutazioni giuridiche e contabili che dovranno essere ineccepibili poiché come detto dovranno giustificare lo stralcio e, di fatto, la svalutazione di un credito posto a bilancio di una società di capitali che emette obbligazioni che devono essere remunerate con l’incasso di quel credito e i cui bilanci sono e devono essere subordinati al severo controllo delle società di revisione e dei sindaci e, all’uopo, dell’autorità preposta.

Considerazioni conclusive

Con l’evoluzione del sistema bancario in Italia e in Europa si è acuita sempre di più la necessità di avere strumenti normativi completi e protocolli operativi adeguati utilizzabili per la valutazione del rischio della solvibilità e quindi dell’affidabilità che società e imprese devono avere nel ricevere credito (c.d. rating). Il principio che sta alla base della solidità di una Banca è che, quanto più sono sane e meritevoli le imprese finanziate, tanto più la banca sarà sicura da un punto di vista patrimoniale e, di conseguenza, le risorse finanziarie che i risparmiatori gli affidano saranno tutelate. La Banca deve eseguire analisi approfondite che, per converso, devono avere dall’altra l’impresa come interlocutore trasparente, aperto e propositivo che esponga le sue esigenze finanziarie in modo adeguato e che giustifichi ragionevolmente, al momento della richiesta di finanziamento, eventuali criticità dei progetti di sviluppo senza che, come spesso accadde, vengano celate sotto una cortina fumogena problematiche molto gravi a livello finanziario o societarie che, se rivelate in un secondo momento, andranno a rompere irrimediabilmente il legame di fiducia con l’azienda di credito.

Quanto più sarà affidabile e ponderato il processo di valutazione del rating creditizio da parte di una Banca tanto più il mercato collaterale potrà assorbire NPL e il processo di cartolarizzazione potrà costituire a tutti gli effetti un valido ed utile strumento per alleggerire i bilanci delle Banche, e allo stesso tempo, costituire un volano per l’economia. Secondo i principi della corretta tenuta dei libri e delle scritture contabili, la presenza di crediti inesigibili in bilancio altera la veridicità del patrimonio netto, dell’intero bilancio e dello stato di salute dell’impresa.

La Suprema Corte di Cassazione si è di recente espressa più volte confermando tale orientamento (su tutte Cassazione, Sezioni Unite, n 22474 del 2016)(1) sancendo la necessaria cancellazione dal bilancio dei crediti a sofferenza ed inesigibili la cui presenza comporta alterazioni di bilancio, falso valutativo, falso in bilancio e false comunicazioni sociali con conseguente responsabilità per gli amministratori che, in questo modo, inducono i terzi in errate valutazioni sullo stato di salute della società. La cessione pro-soluto di crediti a sofferenza può essere un utile e valido strumento di gestione della Banca purché l’identificazione degli eventuali crediti da cedere e la decisione di cederli, sia conseguenza di una corretta valutazione di merito da parte dell’azienda di credito stessa e di una applicazione di corretti criteri gestionali e normativi incontestabili.

E’ utile ricordare infatti che uno dei profili che ha reso, tra le altre cose, grave la crisi che il sistema bancario ha avuto nel primo decennio del XXI secolo è stato la classificazione a “sofferenza” di molti crediti ad un grado di rischio e con parametri molto diversi rispetto a quelli reali.

La conseguenza di fatto è stata quella di avere bilanci all’interno del sistema bancario “drogati” in cui molti dei crediti che sono stati oggetto di cessione erano stati appostati a bilancio con valori virtuali superiori rispetto al loro effettivo valore. Alcune Banche infatti applicavano una male practice che consisteva in una super valutazione delle garanzie al fine di giustificare gli impieghi e mantenere, nell’apparenza, solidi i bilanci. Con la conseguenza che nel momento di maggior espansione delle operazioni di cartolarizzazione (prima decade degli anni 2000) il mercato è stato inondato con portafogli che poi hanno dovuto essere completamente svalutati. Il prezzo e la corretta valutazione dei crediti sono, dunque, l’elemento fondamentale su cui si muove il sistema delle cartolarizzazioni nel mercato finanziario.

Strumento sicuramente ingegnoso e proficuo per lo smaltimento degli NPL ma che, per contro, non deve essere abusato tramite una sua lettura distorta tale da alterare le valutazioni patrimoniali appostate a bilancio poiché così facendo si snaturerebbe la natura prevalentemente finanziaria dell’operazione che la rende profittevole sul mercato per ridurre la cessione dei crediti ad una “mero” trasferimento del rischio da un soggetto all’altro con il solo intento di scaricare all’ultimo arrivato un portafoglio privo di valore ma, cosa ancor più grave, diffondere sul mercato titoli inconsistenti e privi di valore bruciando cosi anche il valore dei risparmiatori che andrà ad aggiungersi a quello, già perso, dei crediti irrecuperabili.

Questo articolo è completato da una video intervista all’Avvocato Rossi, per vederla consultare questo link

LEGGI QUI l’articolo precedente  1/2,  Gli NPL e l’influenza della due-diligence sul prezzo di cessione

 

Intervento di Alberto ROSSI, avvocato e partner fondatore dello Studio Legale WeLex.
Si occupa principalmente della gestione della crisi di impresa e di ristrutturazione del debito, di procedure concorsuali e del contenzioso in diritto bancario, societario e fallimentare. www.welex.it

 


Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

(1)  Cass. sez. Unite, (ud. 31.03.2016) dep. 27.05.2016 n. 22474



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