

Il Financial Stability Board – FSB – ha pubblicato nei giorni scorsi il documento Strengthening Governance Frameworks to Mitigate Misconduct Risk contenente gli strumenti utilizzabili – da parte di aziende e autorità di vigilanza – per affrontare e ridurre cause e conseguenze della cattiva condotta nel settore finanziario.
L’FSB ribadisce il ruolo primario della fiducia, fattore essenziale per il buon funzionamento del sistema bancario e finanziario e per assicurare l’allocazione dei capitali all’economia reale. La cattiva condotta nel settore finanziario indebolisce la fiducia e, pertanto, la possibilità dell’economia reale di attrarre capitali; con un effetto a cascata, questa, può determinare inevitabili rischi sistemici.
L’impatto della cattiva condotta del dipendente danneggia l’azienda e la sua reputazione e si estende all’intero settore finanziario e all’economia minandone la fiducia da parte dei consumatori e operatori finanziari. Le multe e le sanzioni costituiscono efficaci deterrenti alla cattiva condotta ma l’efficienza è data dall’azione preventiva sulla governance societaria.
Si stima che a partire dalla crisi finanziaria 2007-2008 le multe e le spese legali per cattiva condotta a carico delle banche globali sono stati più di USD 320 miliardi che avrebbero potuto essere impiegati in prestiti a famiglie e imprese per un totale di circa USD 5.000 miliardi.
Il 28 marzo la BCE ha pubblicato il Rapporto Annuale sulle Attività di Vigilanza 2017 con la prefazione di Mario Draghi – Presidente della BCE – e l’intervista a Danièle Nouy – Presidente del Consiglio di Vigilanza -.
I dati evidenziano che per la prima volta tutti i gruppi bancari sottoposti a vigilanza diretta della BCE hanno un capitale regolamentare (CET1) maggiore del 10%. Le banche con un CET1 maggiore del 20% sono rimaste pressoché invariate.
Questo è dovuto anche al consolidamento che nel periodo 2008-2016 ha portato il numero delle banche dell’area Euro a diminuire del 25%. Oggi ci sono 5.073 gruppi bancari.
Per quanto riguarda i rischi, nel documento si osserva che sebbene ci siano alcuni miglioramenti la situazione è frammentata, per cui alcune banche hanno generato profitti considerevoli mentre altre non hanno ancora recuperato al redditività ante crisi. A partire dalla mappa dei rischi realizzata dal Meccanismo di Vigilanza Unico (SSM) vengono analizzati quelli più rilevanti: il contesto dei bassi tassi di interesse e l’incidenza sui margini delle banche; il livello ancora elevato – soprattutto in alcuni Paesi UE – dei crediti deteriorati (NPL); le incertezze geopolitiche (elezioni nei Paesi UE, negoziato sulla Brexit e il campo internazionale); il completamento del quadro regolamentare e normativo che nel medio periodo favorisce la stabilità del settore bancario ma può portare costi e rischi di ritardati adeguamenti nel breve periodo; il repricing del rischio dei mercati finanziari a causa della sostenibilità del debito in alcuni Paesi UE.
A partire dalla crisi finanziaria, nel settore bancario dell’area Euro si è assistito ad un progressivo e significativo consolidamento. Infatti tra il 2008 e il 2016 il numero di banche nell’area Euro è diminuito del 25% (dati Banca Centrale Europea).
Su base non consolidata, il numero di istituti di credito è passato da 5.474 a fine 2015 a 5.073 a fine 2016. Su base consolidata (ossia considerando come una sola entità, più entità appartenenti allo stesso gruppo), si è passati da 2.379 (dato 2015) a 2.290 istituti di credito a fine 2016; e questo partendo da un numero originario di 2.904 nel 2008. A questo si aggiunga che solo nel 2016 sono state chiuse 6.939 filiali bancarie. Continua a leggere
La Banca Centrale Europea (BCE) pubblica le statistiche delle banche considerate Istituzioni Significative per i seguenti aspetti:
1) Statistiche Generali 2) Composizione del Bilancio e Redditività 3) Adeguatezza Patrimoniale, Leva Finanziaria e Qualità degli Attivi 4) Liquidità 5) Qualità dei dati
Le comparazioni fra tutti i gruppi bancari soggetti a vigilanza BCE sono facilitate in quanto i dati sono disponibili per Paese di origine dei gruppi bancari stessi.
Il Wolfsberg Group – NGO interbancaria – nell’ambito delle attività per il rafforzamento del sistema finanziario internazionale ha aggiornato e pubblicato i Principi di trasparenza dei pagamenti con l’obiettivo di contribuire alla mitigazione dei rischi legati ai pagamenti internazionali grazie diffusione e applicazione di standard comuni e condivisi.
La prima edizione degli Standard per i Messaggi di Pagamento realizzata con il supporto di diversi operatori bancari è datata 2007. In questa nuova edizione sono state recepite le raccomandazioni relativamente a quali informazioni aggiuntive includere e con quale struttura nei messaggi di pagamento. Gli standard si applicano a qualsiasi attività di pagamento identificata dalla Raccomandazione 16 del FATF inclusi piattaforme e nuovi metodi di pagamento.