Nel nuovo impianto normativo della certificazione B Corp, le imprese non sono più valutate solo per le buone intenzioni, ma per l’effettiva capacità di generare impatti positivi, misurabili e documentabili.
Oltre ai requisiti legati a governance, lavoro equo, inclusione e diritti umani, il framework si completa con tre aree decisive per affrontare le sfide globali della sostenibilità: azione per il clima, tutela ambientale e circolarità, affari governativi e azione collettiva. Questi ambiti richiedono obiettivi concreti: riduzione delle emissioni, modelli circolari, trasparenza fiscale e impegno in iniziative di advocacy. La responsabilità cresce con le dimensioni e il settore, ma resta centrale l’obbligo di adottare strategie credibili, misurabili e coerenti con una visione rigenerativa d’impresa.
I paragrafi che seguono offrono una guida ai requisiti, agli indicatori e agli obiettivi progressivi previsti dal nuovo standard B Corp, strutturato su un percorso di miglioramento quinquennale con ricertificazione obbligatoria ogni tre anni.

5. Azione per il clima (Climate Action)
Quest’area di impatto richiede alle aziende di assumere un ruolo proattivo nella lotta alla crisi climatica, implementando strategie mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra, alla tutela delle risorse naturalie alla promozione di modelli produttivi sostenibili.
Le aziende dovranno sviluppare piani d’azione per sostenere la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C e per costruire la resilienza climatica attuando misure concrete.
Questo impegno richiederà, altresì, l’adozione di politiche ambientali integrate che spazino dall’efficientamento energetico alla transizione verso fonti rinnovabili, dalla riduzione degli sprechi alla gestione responsabile dei rifiuti e delle materie prime.
Sarà fondamentale che le imprese non si limitino a rispettare le normative vigenti, ma vadano oltre la compliance, contribuendo attivamente alla costruzione di un sistema economico in grado di mitigare gli impatti del cambiamento climatico e di favorire l’innovazione sostenibile.
Inoltre, per garantire un’efficacia duratura delle misure adottate, le aziende dovranno investire nella sensibilizzazione e nella formazione dei propri dipendenti e stakeholder, promuovendo una cultura aziendale orientata alla responsabilità ambientale.
Il loro impegno dovrà tradursi non solo in azioni tangibili, ma anche nella diffusione di modelli virtuosi che possano influenzare positivamente l’intero ecosistema imprenditoriale e sociale.
Indicatori
Gli standard aggiornati chiariscono le aspettative relative alle azioni da implementare a difesa del clima, bilanciando gli obiettivi con la loro fattibilità legata alle diverse dimensioni aziendali.
CA 1 – Procedure per la misurazione dei gas a effetto serra: Le aziende devono disporre di procedure per misurare e monitorare annualmente le proprie emissioni di gas serra. L’approccio riconosce le differenze di capacità tra piccole e grandi imprese, consentendo alle piccole aziende di agire in modo significativo senza assegnare significative risorse alla raccolta dei dati. L’aspettativa principale è che le imprese più piccole dimostrino azioni concrete e tengono traccia dei propri progressi, anche senza misurare le emissioni di gas serra (GHG).
CA 2 – Obiettivi per il clima: Le aziende devono impegnarsi con azioni concrete a contribuire a mantenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia dei 1,5° C, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
CA 3 – Piani d’azione per il clima: Le aziende più grandi devono dotarsi di obiettivi strategici e piani d’azione per il clima, fondati su dati scientifici, sviluppati con il coinvolgimento degli stakeholder di tutta la loro catena del valore e verificati da una terza parte indipendente per garantire credibilità e allineamento con gli standard internazionali. Il requisito prevede altresì l’impegno alla trasparenza per tutte le aziende, indipendentemente dalla loro dimensione, che nel rendere pubblici i piani implementati ed i progressi conseguiti al fine di garantire la fiducia degli stakeholder rispetto a quanto contenuto nei piani ed alle azioni intraprese.
6. Tutela ambientale e circolarità (Environmental Stewardship & Circularity)
Quest’area di impatto richiede alle aziende un’assunzione di responsabilità della propria impronta ambientale ed un impegno nel valutare il proprio impatto ambientale e nell’intraprendere azioni significative per ridurlo.
L’impegno non si limita alla sola ottimizzazione dei processi produttivi interni, estendendosi all’intera catena del valore dell’azienda, in un sistema di sostenibilità integrata.
Nel dettaglio, le aziende dovranno adottare un modello di gestione ambientale responsabile, orientato all’uso sostenibile delle risorse, implementare strategie avanzate per minimizzare l’impatto ecologico e contribuire attivamente allo sviluppo di un’economia circolare attraverso il ricorso ad un approccio circolare che spinga le imprese a ripensare il ciclo di vita dei prodotti e delle risorse, a ricorrere a forme di design circolare ed a pratiche di approvvigionamento responsabile che incentivino il riutilizzo, la riduzione degli sprechi e l’adozione di materiali a basso impatto ambientale.
Oltre alla riduzione degli impatti negativi, l’obiettivo è promuovere effetti positivi tangibili, attraverso l’innovazione tecnologica, la valorizzazione delle risorse e la creazione di soluzioni sostenibili che favoriscano la transizione verso un’economia rigenerativa.
Tale orientamento non solo garantisce una maggiore efficienza operativa, ma contribuisce a preservare gli ecosistemi, assicurando che l’azienda operi entro i limiti ecologici del pianeta.
Indicatori
Gli standard aggiornati stabiliscono aspettative più chiare per la gestione dell’impatto ambientale da parte delle aziende, con particolare attenzione alla materialità, all’impegno nella catena del valore e al design circolare.
ESC 1 – Impatti sull’ambiente (reali e potenziali): Le aziende di dimensioni medie e grandi devono identificare e divulgare gli impatti ambientali (effettivi e potenziali) rilevanti delle loro operazioni e di quelle delle imprese delle loro catene di fornitura e sviluppare una strategia per affrontarli.
ESC 2 – Strategie per gestire gli impatti ambientali: Le aziende devono implementare strategie per prevenire i rischi ambientali, affrontare gli eventuali impatti (effettivi e potenziali) e mantenersi entro i limiti di soglie ecologiche.
ESC 3 – Principi dell’economia circolare nella riduzione dei rifiuti: Questo requisito pone maggiore enfasi sulla gerarchia delle azioni circolari, incoraggiando le aziende ad attuare principi di circolarità per ridurre i rifiuti e il loro impatto sulle risorse naturali. In particolare, si richiede impegno a preferire materiali rinnovabili, riutilizzati o riciclati rispetto a quelli vergini e ad eliminare prodotti e imballaggi monouso.
ESC 4 – Azioni preventive e di mitigazione: Alle aziende viene chiesto di valutare i potenziali impatti ambientali (effettivi e potenziali) negativi conseguenti alle loro attività e di adottare le necessarie misure preventive e di mitigazione.
ESC 5 – Due diligence sulla catena di fornitura: L’impatto ambientale maggiore è spesso quello della catena di fornitura di un’azienda. Questo argomento d’impatto richiede una maggiore tracciabilità della catena di fornitura, stabilendo che le aziende più grandi collaborino con i propri fornitori nel perseguire gli obiettivi ambientali e nel tracciare l’origine dei potenziali impatti negativi. Per le aziende più piccole, l’accento è posto sulla dimostrazione di come le loro decisioni di approvvigionamento tengano conto degli impatti ambientali.
7. Affari governativi e azione collettiva (Government affairs & Collective Action)
Questo tema richiede alle aziende di impegnarsi in sforzi collettivi per guidare il cambiamento sistemico, sostenendo politiche che creino risultati sociali e ambientali positivi.
Nel dettaglio, il tema richiede alle aziende di esercitare una leadership proattiva e di contribuire attivamente alla costruzione di un’economia più equa, inclusiva e rigenerativa.
Questo implica l’adozione di strategie orientate alla sostenibilità e all’innovazione sociale, in grado di generare valore condiviso non solo per gli stakeholders diretti, ma anche per le comunità e i sistemi economici nei quali le aziende operano.
In questo contesto, il ruolo dell’impresa si estende oltre la mera creazione di profitto, diventando un motore dicambiamento positivo che promuove politiche aziendali responsabili e incentiva investimenti orientati a rafforzare le infrastrutture locali e a sostenere lo sviluppo economico in modo etico e inclusivo.
Indicatori
Gli standard stabiliscono i requisiti minimi per le aziende in materia di coinvolgimento degli stakeholder esterni, concentrandosi su azioni collettive, advocacy e pratiche fiscali.
GACA 1 – Attività trasparenti di lobbying e advocacy: Questo requisito richiede alle aziende di adottare un approccio responsabile e trasparente nelle attività di lobbying e advocacy, finalizzato a favorire risultati sociali e ambientali positivi sulla base di dati scientifici, e a garantire il rispetto di principi di anticorruzione e trasparenza nei rapporti con Organismi e Organizzazioni intermediarie.
GACA 2 – Azione collettiva trasparente e responsabile: Le aziende devono collaborare tra loro per promuovere impatti positivi collettivi.
GACA 3 – Trasparenza nelle pratiche fiscali: Le aziende sono tenute a garantire politiche e pratiche fiscali trasparenti, allineate agli standard fiscali del Paese di riferimento.
Approccio graduale / Miglioramento continuo
La certificazione in base ai nuovi standard è stata concepita con un approccio graduale da sviluppare nell’arco di 5 anni per consentire alle aziende il compimento di un percorso di miglioramento continuo, attuato attraverso l’implementazione di azioni obbligatorie che assicurino una costante aderenza alle dinamiche evolutive del contesto globale.
Ciò significa che, in seguito al conseguimento della certificazione iniziale, per mantenerla nel tempo, le imprese dovranno migliorare di anno in anno dimostrando di aver intrapreso un percorso strutturato di miglioramento dei propri impatti nell’arco di cinque anni.
Oltre questo termine, le aziende dovranno continuare a soddisfare tutti i requisiti e dimostrare ulteriori miglioramenti.
In termini operativi, inizialmente, sarà imprescindibile soddisfare tutti i sotto-requisiti definiti da B Lab per l’anno zero. Successivamente, le aziende dovranno migliorare progressivamente le proprie performanceper risultare conformi anche agli obiettivi più sfidanti previsti per l’anno 3 e per l’anno 5. Al terzo anno di certificazione, l’impresa sarà, quindi, tenuta a rispettare i requisiti stabiliti per l’anno zero, integrandoli con quelli previsti per il terzo anno. Al quinto anno, dovrà garantire la conformità a tutti i sotto-requisiti precedenti, nonché alle nuove condizioni stabilite per il quinto.
Questo nuovo approccio sarà applicabile sia alle B Corp che alle aziende che si certificano per la prima volta.
Interoperabilità con altri standard di sostenibilità
I nuovi standard incorporano aree di interoperabilità strategicamente concepite per favorire un’integrazione armoniosa con altri framework di rendicontazione di riferimento, quali, ad esempio, i GRI e gli ESRS.
Questo approccio mira a semplificare e ottimizzare l’intero processo di raccolta e utilizzo dei dati e ad assicurare una maggiore coerenza metodologica e una standardizzazione efficace degli strumenti impiegati.
Attraverso questa sinergia tra diversi modelli di rendicontazione le aziende potranno beneficiare di una maggiore fluidità operativa, ridurre le complessità derivanti dalla gestione di molteplici sistemi di valutazione e aumentare la qualità e l’affidabilità delle informazioni prodotte.
Inoltre, tale allineamento facilita la comparabilità dei dati, supportando le imprese nell’adempimento degli obblighi di trasparenza e nella comunicazione efficace delle proprie performance.
Strumento di verifica di terza parte
Per incrementare il livello di certezza della certificazione, B Lab sta attualmente lavorando allo sviluppo di un modello di verifica di terza parte, progettato per garantire conformità e trasparenza, in linea con i principi delineati dalla Direttiva UE Empowering Consumers (ECGT).
Questo nuovo sistema, la cui entrata in vigore è prevista per settembre 2026, rappresenta un significativo passo avanti nell’evoluzione dei processi di certificazione, introducendo criteri più strutturati e metodologie di valutazione più approfondite.
A partire da tale data, le imprese che aspirano a ottenere la certificazione B Corp dovranno obbligatoriamente sottoporsi a un audit indipendente, condotto da enti terzi accreditati, che determinerà la conformità ai parametri di assurance stabiliti.
Questo cambiamento mira non solo a rafforzare la credibilità del sistema di certificazione, ma anche a garantire un livello di affidabilità e imparzialità ancora più elevato, contribuendo a consolidare la reputazione delle aziende certificate B Corp come leader della sostenibilità e della responsabilità sociale.
Entrata in vigore dei nuovi standard per le aziende già B Corp
L’entrata in vigore dei nuovi standard per la ricertificazione di aziende già certificate B Corp seguirà un calendario differenziato – a seconda delle dimensioni aziendali – al fine di garantire un adeguato periodo di transizione per le imprese già certificate.
Nel dettaglio:
Ricertificazione entro il 31 dicembre 2025
- SMALL, SMALL MEDIUM AND MEDIUM ENTERPRISES: Le aziende appartenenti a queste categorie potranno continuare a utilizzare gli standard attuali (Versione 6), a condizione che l’autovalutazionevenga completata entro e non oltre il 30 giugno 2025. Dopo questa data, B Lab non accetterà piùrichieste di ricertificazione basate sui precedenti parametri, imponendo l’adozione del nuovo framework normativo.
- LARGE AND MULTINATIONAL ENTERPRISES: Le imprese di grandi dimensioni e le multinazionali potranno ugualmente ricertificarsi con la Versione 6, purché la loro autovalutazione sia finalizzata entro i tre mesi precedenti la scadenza del ciclo di certificazione vigente. Questo margine temporale consente alle aziende di pianificare la transizione in modo progressivo, evitando interruzioni nel processo di adeguamento agli standard più recenti.
Ricertificazione dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026
- SMALL, SMALL MEDIUM AND MEDIUM ENTERPRISES: A partire dal 1° gennaio 2026, le imprese appartenenti a queste categorie dovranno ricertificarsi secondo i nuovi standard, soddisfacendo i sotto-requisiti prescritti per l’anno zero. Per garantire un adeguato periodo di transizione, la certificazione verrà estesa di ulteriori 12 mesi. L’azienda sarà tenuta a trasmettere la propriaautovalutazione entro la data di ricertificazione posticipata, assicurando una corretta implementazione dei nuovi parametri.
- LARGE AND MULTINATIONAL ENTERPRISES Le aziende di grandi dimensioni e le multinazionali dovranno sottoporsi alla ricertificazione in base ai sotto-requisiti definiti per l’anno zero nei nuovi standard. Anche in questo caso, sarà concessa un’estensione della certificazione di ulteriori 12 mesi per consentire una transizione graduale al nuovo sistema di valutazione.
Cosa fare per prepararsi
In un mercato sempre più sensibile ai temi della sostenibilità e della responsabilità sociale, i nuovi standard rappresentano un’evoluzione significativa rispetto a quelli precedenti, introducendo obiettivi che si configurano come un’opportunità per rafforzare la governance e consolidare la reputazione dell’impresa.
Per affrontare con successo questa trasformazione strategica, le aziende dovranno intraprendere un percorso di approfondimento dei nuovi standard, acquisire consapevolezza delle implicazioni operative, effettuare un’analisi dettagliata dei requisiti prescritti e valutare con attenzione i sotto-requisiti ad esse applicabili in base al settore di attività e alla dimensione aziendale.
Ciò consentirà di ottenere una preliminare valutazione di conformità ai criteri stabiliti per l’anno zero, evitando, così, errori o omissioni che potrebbero compromettere la capacità dell’impresa di ottenere o mantenere il riconoscimento B Corp.
Qualora emergessero divergenze rispetto ai requisiti richiesti, sarà essenziale definire un piano di miglioramento strutturato, orientato non solo al conseguimento della conformità normativa, ma anche alla valorizzazione delle buone pratiche aziendali ed alla creazione di un modello di crescita sostenibile e innovativo.
Per prepararsi al raggiungimento degli obiettivi successivi, sarà altrettanto fondamentale esaminare con lungimiranza i sotto-requisiti previsti per il terzo e per il quinto anno, integrando tali elementi in una strategia aziendale coerente e in un piano di sostenibilità che tenga conto delle evoluzioni del contesto normativo e delle aspettative di mercato.
Un approccio proattivo e sistemico garantirà che l’azienda possa non solo raggiungere gli standard richiesti, ma anche trarre vantaggio competitivo dall’adozione di pratiche virtuose.
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Intervento di Alberto MORIANI | Autore per Risk & Compliance Platform Europe – CSR/ESG Advisor, Head of Sustainability ESG