Infortuni sul Lavoro: una catena con anelli deboli

Infortuni sul Lavoro: una catena con anelli deboli

11 luglio 2025

di Giovanni COSTA

La settimana si è aperta male: altri tre morti sul lavoro nella sola giornata di martedì(1).

C’è da aspettarsi la sequela di richieste di norme più rigorose, maggiori controlli e così via. Mentre servirebbero analisi più approfondite sulla tipologia di infortuni.

Sono in aumento i casi riguardanti piccole o micro imprese terziste o appaltatrici. Questo dovrebbe far riflettere i regolatori e far loro rivedere le politiche di controllo e prevenzione.

Le procedure pensate per aziende strutturate, con ruoli definiti e stabili, non si adattano a contesti precari che si basano sull’elusione delle norme.

Scorrendo le cronache di questo inizio d’anno, colpisce la frequenza di casi in cui nell’infortunio è coinvolto lo stesso titolare dell’impresa. Una delle caratteristiche più cercate da giovani e meno giovani in un impiego è l’autonomia, cioè la possibilità di operare senza la costrizione di una linea gerarchica. Il mantra che spinge verso questa soluzione è all’incirca questo: mettiti in proprio e sarai padrone di te stesso. Avere se stesso come datore di lavoro è a volte un ripiego senza alternative e quasi mai un buon affare. Né per il principale, che tende a comportamenti «tirati», né per il lavoratore, costretto a essere connivente. E quando ci scappa il morto non c’è neanche un «padrone» con cui prendersela.

Dalla catena di montaggio alla catena di fornitura

Ai tempi ormai lontani della «scoperta» dei distretti industriali coniai l’espressione «taylorismo imprenditoriale».

Segnalavo così il pericolo che la frantumazione del lavoro operaio, praticata nell’organizzazione teorizzata da Frederick Taylor, si riproducesse nella divisione del lavoro imprenditoriale entro la rete emergente di piccole imprese. Nel passaggio dalla catena di montaggio alla catena di fornitura, una miriade di piccoli imprenditori ha impresso una straordinaria vitalità ai nostri sistemi produttivi evolvendo spesso verso forme mature di imprenditorialità dotate di piena autonomia e progettualità. Ma in molti altri casi questi «imprenditori in frantumi» sono diventati gli anelli deboli della catena, privi di autonomia e di risorse in quanto spinti a una guerra tra poveri da una concorrenza distruttiva. Che li relegava in ruoli dequalificati senza margini per accumulare competenze professionali e disponibilità finanziarie in grado di posizionarli meglio nella filiera.

È in questi anelli deboli che sembrano aumentare gli infortuni più gravi. Sono le imprese cui vengono appaltati i lavori più rischiosi e più poveri di contenuti che le aziende di maggiore dimensione non hanno convenienza a mantenere al loro interno. Questi appaltatori si prestano a pescare nei settori marginali del mercato del lavoro, senza esporre direttamente i loro committenti ai rischi reputazionali di tale frequentazione. Si direbbe che operano a loro (tartufesca) insaputa. E nei settori marginali si addensano gli stranieri. In un infortunio su cinque, infatti, sono coinvolti lavoratori nati all’estero. Questi sono esposti a un rischio d’infortunio sul lavoro doppio rispetto ai colleghi italiani, come ha rilevato  l’Osservatorio Vega Engineering di Mestre analizzando i dati del quadriennio 2021-24.

La Cittadinanza Lavorativa

Ne consegue che un miglioramento della situazione potrebbe derivare non tanto da inasprimenti normativi e ispettivi quanto piuttosto da incentivi e sostegni all’emersione e alla crescita di queste «non imprese».

Sarebbe inoltre opportuno proseguire con più decisione nell’ampliare e nel monitorare la sfera di responsabilità dei committenti per i comportamenti degli appaltatori. Per gli stranieri servirebbero politiche più robuste di integrazione, di inclusione, di formazione linguistica, professionale e antinfortunistica. In sintesi, di cittadinanza lavorativa (per tutti).

Intervento di Giovanni COSTA, Professore Emerito di Strategia d’impresa e Organizzazione aziendale all’Università di Padova. Ha svolto attività di consulenza direzionale e ricoperto ruoli di governance in gruppi industriali e bancari. (www.giovannicosta.it)


  • (1) Pubblichiamo questo articolo per gentile concessione dell’Autore. Fonte, Corriere del Veneto dorso regionale del Corriere della Sera del 27-03-2025)


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