di Andrea DANIELLI
L’Italia si posiziona tra i paesi europei con una significativa penetrazione delle energie rinnovabili nel mix energetico nazionale. Nel 2023, tali fonti hanno contribuito per il 44% della produzione elettrica nazionale totale, con un trend in crescita rispetto agli anni precedenti.
Come è composto il mix di produzione?
La principale fonte è l’idroelettrico, che copre dal 38 al 40% del totale delle rinnovabili, seguito dal fotovoltaico (24-26%) ed eolico (18-20%); la distribuzione geografica del fotovoltaico vede primeggiare, per potenza prodotta, la Puglia, seguita da Lombardia ed Emilia Romagna. Nell’eolico, vediamo un grande protagonismo del meridione, dove nuovamente in testa troviamo la Puglia, seguita da Campania e Sicilia(1).
Le rinnovabili in Italia hanno raggiunto una capacità complessiva di oltre 78 GW (78.050 MW), con circa 1 milione e seicentomila impianti attivi.
Sistema di incentivi e supporto
Se siamo passati da un contributo alla produzione di energia elettrica nazionale del 23% (nel 2009) al 44% del 2023 è stato senza dubbio merito dei tanti e generosi incentivi che si sono succeduti negli anni. Proviamo a fare una rapida panoramica dei più recenti:
Incentivi diretti alla produzione
- Decreto FER 1 (2019): Tariffe incentivanti per impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e a gas di depurazione
- Decreto Biometano: Incentivi per produzione di biometano avanzato e conversione di impianti biogas
- Tariffa onnicomprensiva: Per piccoli impianti fino a 1 MW
- Superbonus 110%: Gradualmente ridotto ma ancora attivo per specifici interventi
- Ecobonus: Detrazioni fiscali del 50-65% per interventi di efficienza energetica
- Credito d’imposta: Per investimenti in economia circolare e tecnologie green
Comunità energetiche rinnovabili (CER)
- Incentivi dedicati per l’autoconsumo collettivo
- Semplificazioni amministrative per la costituzione delle CER
- Tariffe incentivanti per l’energia condivisa
PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
- Stanziati circa 25 miliardi di euro per la transizione verde
- Focus su agrivoltaico, rinnovabili offshore, smart grid e accumulo
Qui è possibile leggere gli interventi legati al PNRR: Transizione energetica: attuazione delle misure del PNRR(2).
I rischi di infiltrazione criminale
Le energie rinnovabili attirano gli appetiti del crimine organizzato. Certamente una ragione l’abbiamo appena passata in rassegna: l’elevata presenza di finanziamenti pubblici e privati(3). Alcune inchieste hanno portato ad arresti importanti, come nel caso dell’imprenditore trapanese Vito Nicastri, considerato da investigatori e magistrati vicino a Matteo Messina Denaro; è stato oggetto del più grande sequestro effettuato in Italia, pari a 1,3 miliardi di euro realizzati proprio con le rinnovabili. Condannato per associazione mafiosa in primo grado, in appello ha visto cadere tale condanna.
Soprattutto in passato, gli investimenti in rinnovabili hanno generato margini di guadagno elevati. Il settore presenta inoltre alcune vulnerabilità specifiche e la criminalità organizzata può subentrare come “facilitatore” nei passaggi burocratici più complessi. Diversi articoli puntano l’attenzione proprio sugli sviluppatori: intermediari che si occupano dei passaggi burocratici, della realizzazione del parco eolico o fotovoltaico, e che lo consegnano alle società energetiche che poi lo sfrutteranno negli anni.
La creazione di un parco eolico richiede i seguenti passaggi(4):
- identificazione del sito,
- autorizzazione,
- raccolta di capitali,
- realizzazione e attivazione.
In ognuno possono esserci tentativi di infiltrazione.
Ci sono rischi nel caso dell’accaparramento di terreni. Le organizzazioni criminali possono cercare di accaparrarsi terreni strategici per l’installazione di impianti, talvolta attraverso metodi illegali o intimidatori, influenzando il mercato fondiario e ostacolando la concorrenza leale.
Assistiamo poi al ricorso alla criminalità organizzata nel campo delle autorizzazioni: i processi autorizzativi per la realizzazione di impianti rinnovabili possono essere complessi e coinvolgere diversi enti pubblici. Questa complessità può creare opportunità per fenomeni di corruzione e concussione, o addirittura minacce, da parte degli sviluppatori. I piccoli comuni sono maggiormente esposti a questi rischi, non disponendo di sufficienti risorse per analizzare i progetti e gestire gli iter autorizzativi.
Un altro aspetto problematico è il controllo della filiera. L’infiltrazione può avvenire in diverse fasi della filiera, nel movimento terra, nella costruzione degli impianti e la manutenzione, consentendo alle organizzazioni criminali di controllare appalti, forniture e subappalti.
L’uso dell’intimidazione porta anche allo sfruttamento del lavoro nei cantieri o nelle attività di manutenzione, con l’impiego di manodopera irregolare o sottopagata, problema molto sentito nel meridione, dove circa il 17% della forza lavoro è irregolare(5).
Una volta che gli impianti sono terminati e in funzione, rimane infine un forte rischio di estorsione per garantire che non vengano danneggiati.
C’è modo di misurare l’impatto del crimine organizzato in questo settore?
Due articoli utilizzano il medesimo procedimento per verificare se in qualche modo sia misurabile l’impatto del crimine organizzato: si mappa la disponibilità di vento (la sua forza media) e si vede se la distribuzione degli impianti è coerente oppure sovradimensionata.
Per uno studio (Vento sporco: le mani della mafia sull’energia eolica)(6) la Sicilia presenta un sovradimensionamento del proprio parco eolico rispetto alla potenza effettiva del vento; per un altro studio (il già menzionato “Green energy and black economy […]”): “mentre le regioni italiane con elevati livelli di capacità eolica installata, come Sicilia, Puglia e Sardegna, si classificano anche tra quelle con il più alto potenziale eolico, altre come Campania e Calabria presentano livelli di potenziale eolico inferiori”.
Che cosa possono fare i soggetti obbligati?
In primo luogo, occorre ragionare se sia possibile identificare degli indicatori di anomalia. Il tema non è stato oggetto di analisi dedicate da parte dell’UIF, nel Provvedimento del 12 maggio 2023 non vi sono riferimenti ai rischi nell’ambito delle energie rinnovabili. Nell’ultima Relazione(7) della medesima Unità si legge che “l’analisi delle SOS ha consentito l’individuazione di una fenomenologia ricorrente, caratterizzata dalla costituzione multipla di società attive nel settore energetico, in molti casi con sede presso un medesimo professionista, aventi una compagine sociale complessa, spesso con la presenza di società controllanti estere con titolarità effettiva di difficile individuazione e con evidenti connessioni con consorterie criminali”.
Partirei da qui per introdurre alcuni aspetti meritevoli di approfondimento connessi, senza dubbio, alle attività di adeguata verifica. Proverei a distinguere tra due ordini di verifiche:
- una legata alla struttura aziendale,
- una alla coerenza rispetto allo specifico settore delle rinnovabili.
Per quanto concerne la struttura aziendale, è sempre utile ricercare i titolari effettivi e porsi domande sull’utilizzo di strumenti di schermo o strutture artificiosamente complesse costituite da veicoli di interposizione. Come evidenziato dalla Relazione dell’UIF summenzionata, è importante anche verificare se alcuni nomi di professionisti compaiano molto spesso tra gli sviluppatori, provando a geolocalizzare le sedi legali delle società coinvolte nelle diverse fasi progettuali. Come in altri ambiti, è inoltre importante verificare che gli investitori non risiedano in nazioni off shore. Attenzione a PEP in catena societaria o collegati ai soci – non è semplice ricostruire le catene partecipative tra più società, ma certamente molto efficace in questo caso. Nel tempo, magari in occasione di fasi importanti per lo sviluppo del progetto sul territorio, è utile anche verificare se vi sono improvvisi cambiamenti nella struttura proprietaria.
Per quanto riguarda il settore, verificherei che i finanziatori abbiano già uno storico nell’ambito energetico, così come gli sviluppatori: è possibile analizzare sul Pubblico Registro Imprese le loro precedenti attività, e le attuali partecipazioni, con attenzione ai codici ATECO. Suggerirei anche di effettuare quanta più OSINT possibile, ricercando il curriculum vitae e analizzando su LinkedIn la carriera.
Vi sono infine dei controlli complessi da effettuare, alla portata per lo più di esperti del settore, come per esempio la ricerca tra discrepanze significative tra il valore dichiarato e quello di mercato dei progetti, che richiederebbe la ricerca dei prezzi di mercato delle diversi componenti usate (come i pannelli solari).
Conclusione
Le energie rinnovabili sono determinanti per ridurre l’anidride carbonica emessa ed è pertanto fondamentale che il loro sviluppo non venga interrotto da sequestri di impianti o impoverito da frodi contro bandi e incentivi pubblici.
I soggetti obbligati non dispongono di tutto il quadro informativo che possono attivare le autorità inquirenti ma, come abbiamo visto, possono effettuare dei controlli rafforzati usando con profitto alcune nuove tecnologie capaci di estrarre ed elaborare dati automaticamente oppure di costruire reti di relazioni, fondamentali per scardinare i fenomeni mafiosi.
Intervento di Andrea DANIELLI – CEO and Founder c/o MOPSO
Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:
(1) Energia da fonti rinnovabili in Italia nel 2023, Rapporto Statistico GSE – Ufficio Statistiche e Monitoraggio Target, Gennaio 2025
(2) Transizione energetica: attuazione delle misure del PNRR – GSE
(3) Annamaria Gallo. “Il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato: Uno Strumento di Trasparenza e Controllo” RiskCompliance.it, 24 marzo 2025
(4) In questa sezione diversi contenuti sono tratti dall’articolo di Caneppele, Riccardi, Standridge ”Green energy and black economy: Mafia investments in the wind power sector in Italy”, Crime Law and Social Change · Aprile 2013, che offre una valida analisi di diversi casi giudiziari che connettono crimine organizzato ed energie rinnovabili.
(5) CGIA di Mestre. Il giro d’affari del lavoro irregolare in Italia: la cifra ammonta a 68 miliardi di euro. AGI, 29 June 2024
(6) Checchi, Valeria, & Polo, Michele. Vento sporco: le mani della mafia sull’energia eolica. LaVoce.info, 16 luglio 2019
(7) Rapporto Annuale 2024, Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, Roma, maggio 2025