Ivo Invernizzi

Ivo Invernizzi

Vice Presidente AnalisiBanka
Vicepresidente Associazione dei professionisti di banca AnalisiBanka .

Laurea in Economia Aziendale all'Università Bocconi, nel 2024 ha conseguito la certificazione CMSA® (Capital Markets & Securities Analyst) e la certificazione FMVA® (Financial Modeling & Valuation Analyst). Pluriennali esperienze presso la direzione finanza di Banco BPM come trader, analista finanziario, controller, tesoriere, monitoraggio e reporting; dal 2019 è entrato nel team property portfolio management banking books. Ha perfezionato la conoscenza delle politiche monetarie Fed seguendo il corso ‘Central Banks and Monetary Policy’ di Gies College of Business – University of Illinois Urbana Champaign.

Appassionato dei mercati finanziari e di banca, dal 2015 collabora con l'Università degli Studi di Brescia, dipartimento di Economia e Management corso di Tecnica degli Investimenti e dei Finanziamenti e dal 2021 con l'Università degli Studi del Piemonte Orientale "A.Avogadro", Dipartimento per gli Studi dell'Economia e l'Impresa, corso di Economia del Mercato Mobiliare. Dal 2022 con l'Università di Macerata, Dipartimento di Economia e Diritto, corso di Economia e Strumenti degli Intermediari Finanziari e con l'Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze Statistiche, corso Economics of Financial Markets e con il Master in Accounting e Auditing dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, corso di Financial Markets, con l'Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale, corso di Economia del Mercato Mobiliare. Dal 2023 con l’Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Management, corso di Investimenti e Mercati Finanziari. Dal 2024 con l’Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, corso di Economia degli Intermediari Finanziari. Dal 2025 con l'Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze per l'Economia e l'Impresa, corso Mercati e Istituzioni Finanziarie.


invernizziivo@analisibanka.it
www.analisibanka.it.
BCE: NESSUNA VARIAZIONE AI TASSI. LAGARDE A FIRENZE: BCE È IN UNA BUONA POSIZIONE.

BCE: nessuna variazione ai tassi. Lagarde a Firenze: “BCE è in una buona posizione.”

31 ottobre 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. BCE non tocca i tassi, una survey indica tassi BCE costanti fino al 2027 

In occasione del meeting monetario BCE del 29-30 ottobre 2025, per la prima volta quest’anno tenutosi a Firenze e non a Francoforte, gli operatori finanziari attendevano che BCE mantenesse una posizione attendista con tassi invariati.

I dati successivi al meeting del Governing Council di settembre sono stati generalmente più deboli, ma non abbastanza da modificare le prospettive delineate dalle proiezioni di settembre. Il wording sia dello Statement sia della call di Lagarde sarebbe rimasto invariato, ribadendo la data dependency e il ‘mood meeting by meeting’.

La convinzione diffusa sui mercati era che BCE non avrebbe toccato i tassi almeno fino al 2026 inoltrato, seppure alcuni analisti attendessero altri due tagli dei tassi: a dicembre 2025 e a marzo 2026.

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FED nel mood dei tagli ma Powell avverte: “Un taglio di tassi a dicembre è tutt’altro che scontato”

30 ottobre 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. La Fed taglia, nonostante il ‘data gap’ dovuto allo shutdown governativo

Alla vigilia del meeting monetario FOMC del 28-29 ottobre 2025, la sensazione dei mercati era che la mancanza di dati economici non sembrasse rappresentare un ostacolo a un ulteriore allentamento monetario. Gli investitori attendevano il secondo taglio consecutivo dei tassi di 25 basis point in ottobre. nell’ambito dello sforzo della Fed di ricalibrare la propria posizione di politica monetaria e bilanciare meglio i rischi per gli esiti del doppio mandato.

Il mood atteso era accomodante e forse avrebbe portato a ulteriori tagli di tassi. Certamente, sia lo shutdown governativo, sia la ripresa della pubblicazione di dati economici aggiornati rappresentavano un grosso interrogativo.

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La FED taglia i tassi: focus sui rischi del mercato del lavoro

La FED taglia i tassi: focus sui rischi del mercato del lavoro

18 settembre 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. La Fed segnala altri due tagli nel 2025. Powell: “altri due tagli sono una probabilità, non una certezza.”

    Alla vigilia del meeting FOMC del 17 settembre 2025, gli investitori attendevano un taglio dei tassi di 25 basis point e nessuna modifica alle politiche di bilancio Fed. Il dot plot avrebbe forse rivelato che il membro mediano del FOMC desiderava ulteriori due tagli nel 2025.

Alcuni esperti si aspettavano che i dati in entrata nei mesi successivi a settembre avrebbero forse indotto i policymaker Fed a tre tagli nel 2025. Le preoccupazioni relative all’equilibrio sul mercato del lavoro non si erano attenuate nell’intervallo temporale dal discorso del Presidente Powell a Jackson Hole del 22 agosto.

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BCE in 'stand by': ma è una pausa, non uno stop ai tagli di tasso

BCE in ‘stand by’: ma è una pausa, non uno stop ai tagli di tasso

12 settembre 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. Lagarde in modalità ‘wait and see data dependent’ con tassi invariati almeno fino a fine ottobre 

Se il meeting monetario BCE di luglio aveva portato i messaggi di sospensione dei tagli, di politica monetaria neutrale con inflazione al di sotto delle aspettative per il 2026 considerata temporanea, tale scelta appariva almeno per il momento coerente.

I dati di giugno, nel complesso, indicavano alcuni rischi al ribasso riguardo alla proiezione d’inflazione al 2% per il 2027 (riconducibile alle tariffe e all’apprezzamento dell’euro), ma non giustificavano una modifica sostanziale della guidance.

Una parte consistente degli investitori prevedeva che BCE avrebbe mantenuto una posizione neutrale e attendista nel meeting dell’11 settembre, senza modificare i tassi. 

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A Jackson Hole Powell rassicura i mercati: apre a un taglio di tassi a settembre

A Jackson Hole Powell rassicura i mercati: apre a un taglio di tassi a settembre

23 agosto 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. Forse il 17 settembre 2025 la svolta dovish: un taglio da 25 o 50 basis point?

   Il simposio economico di Jackson Hole il cui titolo 2025 era “Mercati del lavoro in transizione: demografia, produttività e politica macroeconomica” avrebbe offerto a Jerome Powell col suo speech del 22 agosto l’opportunità di modificare la policy di comunicazione della Fed e gli schemi o di rinviare il taglio dei tassi di settembre.

La decisione finale sul meeting FOMC di settembre sarebbe stata preceduta da un dibattito tra la fazione dovish, rinvigorita dal rapporto più debole sull’occupazione e dall’inflazione che non cresce così rapidamente come alcuni avevano previsto, e la fazione hawkish, che riteneva che i dati sull’inflazione leggermente più elevati del previsto avrebbero giustificato un rinvio dei tagli di tasso.

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Powell non tocca i tassi: "non abbiamo preso alcuna decisione per settembre"

Powell non tocca i tassi: “non abbiamo preso alcuna decisione per settembre”

31 luglio 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. Il termine del mandato per Powell si avvicina: i tassi non scendono nonostante le pressioni di Trump

    Alla vigilia del meeting monetario Fed del 25 luglio, gli investitori non attendevano alcun taglio dei tassi né modifiche alle politiche di bilancio. Il FOMC avrebbe mantenuto il suo approccio attendista basato sui dati, ricordando che la politica monetaria è “ben posizionata” per valutare l’evoluzione dell’economia.

I dati sull’inflazione di giugno avevano dato al FOMC una conferma dell’avvio della spinta tariffaria all’inflazione, ma non così forte da indurre Powell a minimizzare la possibilità di tagli dei tassi entro la fine dell’anno. 

Alcuni funzionari Fed avevano insistito nel ritenere che una maggiore ‘chiarezza sull’effetto Trump‘ sarà raggiunta solo nella seconda metà 2025.

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Lagarde: tassi invariati, solo un deal sui dazi chiarirà l'incertezza

Lagarde: tassi invariati, solo un deal sui dazi chiarirà l’incertezza

25 luglio 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. Bce lascia i tassi invariati ma permangono le incertezze

All’appuntamento monetario del 24 luglio, dal punto di vista della BCE, una decisione di sospensione dei tassi avrebbe rappresentato il massimo delle certezze. Le prospettive per l’economia dell’area dell’euro erano ancora molto incerte. In termini di crescita, i dati in arrivo dalla riunione di giugno suggerivano un secondo trimestre 2025 leggermente migliore del previsto, ma le recenti notizie sui negoziati sui dazi aumentavano i rischi al ribasso per il PIL. 

La strategia attendista sembrava la più appropriata, poiché era improbabile che l’impatto completo delle tensioni commerciali fosse già evidente nei dati.  In particolare:

l’euro si era rafforzato verso dollaro. Le condizioni finanziarie permanevano invariate come a inizio 2025. BCE si sarebbe giocata la carta easing di tasso in settembre.  Continua a leggere
Powell rimanda ancora i tagli di tasso ma Trump preme

Powell rimanda ancora i tagli di tasso ma Trump preme

19 giugno 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. La Fed ancora in stand-by sui tassi  

   All’approssimarsi del meeting FOMC del 18 giugno 2025, i funzionari Fed avevano una visione più chiara, seppure non definitiva, sull’evoluzione dei dazi imposti da Trump concludendo che i rischi su entrambi i target del doppio mandato Fed erano aumentati (maggiore disoccupazione e maggiore inflazione).

Le attese sulle proiezioni macroeconomiche Fed aggiornate a giugno forse avrebbero suggerito un’inflazione in graduale stand by che avrebbe giustificato un taglio di tassi non tanto nel 2025, ma posticipato al 2026. 

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Lagarde prosegue con i tagli di tasso: “Sono determinata a concludere il mio mandato”

Lagarde prosegue con i tagli di tasso: “Sono determinata a concludere il mio mandato”

6 giugno 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. Bce taglia i tassi, ma basterà a fermare l’inflazione da dazi? Per Lagarde, l’effetto dazi resta incerto

In occasione del meeting monetario BCE del 5 giugno 2025, il sentiment di alcuni analisti era che il calo dei prezzi dell’energia e il significativo apprezzamento dell’euro verso dollaro avessero esercitato una pressione a ribasso sulle prospettive d’inflazione e un effetto propulsivo alla crescita.

Tuttavia, l’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti ai suoi partner commerciali, inclusa l’UE, costituivano rilevanti driver d’incertezza per l’area dell’euro. La sensazione di molti operatori di mercato era che la maggior parte dei membri del Governing Council BCE avrebbe desiderato ridurre ulteriormente il Deposit Facility Rate e i successivi tagli dei tassi sarebbero stati limitati ai meeting trimestrali in concomitanza alla pubblicazione di proiezioni macroeconomiche BCE aggiornate.

Il 5 giugno Lagarde ha confermato tale view, suggerendo peraltro che il ciclo di easing di tasso volgerebbe al termine.

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La FED non tocca i tassi. Powell: “le critiche di Trump non influiscono sul nostro lavoro”

La FED non tocca i tassi. Powell: “le critiche di Trump non influiscono sul nostro lavoro”

8 maggio 2025

di Ivo INVERNIZZI

1. Trump invoca il taglio dei tassi post-dati positivi sul mercato del lavoro

Alla vigilia dell’intervento monetario del FOMC del 7 maggio 2025, la constatazione di non pochi analisti era che, da marzo, il cambiamento più significativo nelle prospettive dell’economia americana era il forte shock alla politica commerciale determinato dal ‘liberation day’ del 2 aprile.

Gli esperti non attendevano tagli dei tassi né modifiche alle politiche di bilancio Fed. 

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