Frode Aziendale

Wirecard: EY sotto pressione mentre Germania e Europa armano la Vigilanza

1 luglio 2020

Redazione

Wirecard è una società quotata al segmento DAX – contenente le 30 maggiori società quotate in termini di capitalizzazione e volumi – della Borsa di Francoforte e con i bilanci annualmente revisionati e certificati da EY (Ernst&Young).

Nel giugno 2020 diventa improvvisamente chiaro che Euro 1,9 mrd di contanti disponibili sui conti correnti di Wirecard aperti presso 2 banche filippine non sono mai esistiti. Si tratta, purtroppo, di disponibilità liquide frutto soltanto di artifici contabili.

L’affare Wirecard ci riporta indietro fino al 2003 e al caso Parmalat con la frode di USD 5 mrd depositati su conti correnti presso Bank of America e, in realtà, inesistenti; e ad altre grandi frodi contabili internazionali del recente passato: Enron, Worldcom e Ahold.

Ben si comprende che è esplosa una bomba:

  • EY in quanto società di revisione di Wirecard si trova sempre di più sotto pressione;
  • il Governo tedesco intende rafforzare la vigilanza delle società quotate;
  • la Commissione Europea con il vice-presidente Dombrovskis corre ai ripari e ha chiesto all’ESMA (Autorità europea per sorveglianza del mercato finanziario) di indagare.

Da quanto risulta(1), nei 3 anni fra il 2016 e il 2018, i revisori non avrebbero mai cercato conferma dalle banche asiatiche della veridicità dei saldi dei conti correnti indicati da Wirecard ma si sarebbero sempre fidati delle schermate (screenshots) preparate da Wirecard o da società fiduciarie esterne.

EY CORRE AI RIPARI

Nel frattempo, un team out of country di EY sarebbe già al lavoro per verificare tutte le attività di revisione condotte dai revisori contabili tedeschi sui bilanci di Wirecard negli ultimi 10 anni.
Nelle dichiarazioni rilasciate da EY viene evidenziato come la frode fosse “estesa e sofisticata“. Nelle note interne, oltre ai consigli ai partner per gestire al meglio le eventuali domande “difficili” dei clienti, viene sottolineato come l’obiettivo di Wirecard fosse “fuorviare e raggirare sia gli investitori sia EY“.

L’associazione tedesca dei piccoli azionisti – SdK – ha già presentato le denuncie penali contro i revisori contabili EY che hanno firmato i bilanci di Wirecard tra il 2016 e il 2018. Negli ultimi 5 anni, 5 diversi partner hanno firmato la relazione dei revisori: fra questi, uno è attualmente Direttore della Contabilità di Deutsche Bank.

LE INDAGINI

European Investors, un’associazione europea di azionisti, chiede non solo indagini dettagliate ma anche un risarcimento danni a EY che non ha agito tempestivamente. Infatti, a fine aprile quando il CEO di Wirecard affermava che EY avrebbe firmato a giorni il bilancio – EY avrebbe potuto e dovuto farsi sentire; tale mancanza ha creato un danno significativo agli investitori.

Nonostante la “volontà di fuorviare investitori e revisori” da diverse parti si sottolinea come nei bilanci di Wirecard ci fossero alcuni segnali di allarme “frodi”. Fra questi, ad esempio, recentemente Wirecard aveva da ripagare o prolungare una linea di credito di Euro 1,75 mrd. Ma perché un’azienda con una florida situazione di liquidità prende in prestito un importo così elevato pagando sostanziosi interessi? e, perché un importo di Euro 1,9 mrd viene lasciato sui conti di banche filippine quasi sconosciute e di un paese il cui contributo agli utili e al reddito della società è relativamente basso?

A questo va aggiunto che il nuovo CEO di Wirecard, James Freis ha dichiarato al Consiglio di Sorveglianza che la frode si poteva scoprire con semplici controlli “di base”.

L’importante è fare piena luce e divulgare ciò che ha ma soprattutto su ciò che non ha funzionato e traendo utili lezioni per le associazioni professionali di revisori e contabili, per le autorità di vigilanza, per gli investitori e per tutti coloro che si occupano di frodi. Questo per fare in modo che la professione sia sempre adeguata e pronta a tutte le situazioni.

LA VIGILANZA FINANZIARIA IN GERMANIA

Il Financial Times segnala che il governo tedesco intende cambiare la vigilanza finanziaria sulle grandi società quotate proprio a causa della vicenda Wirecard. Attualmente una società privata la Deutsche Prüfstelle für Rechnungslegung (DPR), con solo 15 dipendenti, si occupa della vigilanza sugli obblighi di reporting. La BaFinAutorità tedesca per la vigilanza dei mercati finanziari – può solo incaricare la DPR delle indagini su presunte situazioni di abusi e/o frodi. E infatti, la DPR aveva appena iniziato ad investigare nonostante le persistenti voci di frode contabile.

Nel nuovo assetto la BaFin viene ad assumere il controllo diretto delle indagini per le irregolarità contabili e la DPR verrebbe estromessa.

In base alle ultime notizie, Wirecard ha confermato qualche giorno fa che le attività continuano nonostante la procedura di fallimento e che Wirecard Bank non è toccata dal fallimento. Tuttavia, la situazione non è chiara, sembra che siano stati sospesi gli stipendi dei dipendenti di Germania, Francia, Lussemburgo e alcuni altri Paesi.

ESMA IN CAMPO SU RISCHIESTA DEL COMMISSARIO EUROPEO

Il vice-presidente della Commissione Europea Dombrovskis ha chiesto all’ESMA (European Securities and Markets Authority) di aprire un’indagine sul ruolo dell’autorità di vigilanza tedesca, BaFin.

L’ESMA dovrà accertare se, nel caso Wirecard, BaFin ha correttamente adempiuto ai propri obblighi ai sensi della legislazione europea in materia di rendicontazione finanziaria delle società quotate. È assai probabile che l’indagine riguardi anche il ruolo dei revisori di EY. Solo verso metà luglio sarà chiaro se l’ESMA inizierà a lavorare in Germania.

Un nodo cruciale nei bilanci sono gli standard di reporting IFRS. Gli standard sono uguali ovunque ma non sempre vengono interpretati univocamente dalla vigilanza dei diversi Paesi e questo è uno dei punti che andrebbero definiti.

CHI HA SCOPERTO COSA

Per concludere. Come è stata scoperta la frode Wirecard?

Le voci sui “pasticci” di Wirecard – promettente azienda tedesca del fintech – si rincorrevano dal 2008. Da constatare che, purtroppo, la frode non è stata scoperta grazie agli accertamenti dell’autorità di Vigilanza tedesca (BaFin) o dalla revisione obbligatoria dei bilanci effettuata da EY; bensì, grazie alla perseveranza di alcuni giornalisti del Financial Times (FT) che ha continuato a pubblicare articoli basati su informazioni di prima mano di un informatore interno di Wirecard  ossia un whistleblower.

Gli articoli del Financial Times hanno di fatto determinato in KPMG – altra Big Four della revisione – la decisione di analizzare genericamente le informazioni fornite da Wirecard.
Proprio l’FT e il rapporto di KPMG sono stati il trigger che ha determinato ulteriori e approfondite indagini da parte di EY – revisore “ufficiale” di Wirecard – che, ad aprile 2020, ha deciso di sospendere la certificazione dei bilanci 2019.

 


Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

(1)   Financial Times, EY failed to check Wirecard bank statements for 3 years

 



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