IFRS 9 Basilea

Basilea III e l’implementazione dell’ IFRS 9: vera dicotomia?

19 marzo 2017

di Antonio CICCAGLIONE

Gli analisti pensano che le nuove regole sull’ IFRS9 che entreranno in vigore dal 2018 aumenteranno la volatilità di profitti e capitale delle banche ma, come ha dichiarato uno degli estensori dello standard IFRS 9 ed ex-banchiere di Goldman-Sachs, sono vitali per prevenire un’altra crisi finanziaria.
Il nuovo principio contabile dell’IFRS9 che entrerà in vigore il 1 gennaio 2018 richiederà alle banche di accantonare il capitale a fronte della perdita attesa per ogni prestito, anziché su quella realizzatasi al momento del default. Un cambiamento epocale per molti istituti di credito europei.
Questa novità che, contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, non fa parte del nuovo schema di vigilanza di Basilea III, secondo molti operatori potrebbe aggravare ulteriormente la posizione delle banche specialmente di quelle che si trovano già in una situazione di crisi.

Secondo gli analisti di Barclays, i cambiamenti potrebbero determinare l’abbassamento del Common Equity Tier1 (CET1) di settore di circa 300 basis points (bps) in situazioni di crisi. Molti studi hanno dimostrato che seppure l’IFRS9 tenda ad appiattire i profitti, nei casi di grave recessione o in caso di rapido deterioramento della qualità del credito, gli accantonamenti effettuati nei periodi normali non saranno sufficienti a coprire le perdite.
L’IFRS9 impone alle banche di calcolare immediatamente, per ogni nuovo prestito, la perdita attesa sulla base di un arco temporale di 12 mesi e, stimare il rispettivo accantonamento di capitale; e considerare ulteriormente la provvista per coprire la perdita attesa ’’lifetime’’ nel momento in cui si verifichi un significativo deterioramento della qualità del credito.

La sfida di Basilea

Molte segnalazioni sono relative a come l’IFRS9 interagirà con lo schema di regolamentazione di capitale di Basilea III che avrebbe dovuto essere ultimato entro la fine del 2016 ma è stato ‘’probabilmente’’ spostato a Marzo per un disaccordo su limiti dei modelli interni del rischio di credito.
Al momento il Comitato di Basilea non ha intenzione di modificare tali norme per recepire l’impatto di IFRS9 anche se, nel mese di Ottobre, ha proposto un approccio graduale per quanto riguarda l’impatto sul capitale in tre-cinque anni a partire da gennaio 2018.
Barclays sostiene che il lavoro di Basilea sull’impatto dell’IFRS9 è stata un’occasione persa per discutere delle questioni legate alla prociclicità.

La madre delle regole

Secondo Sue Lloyd, vice-presidente della International Accounting Standards Board, l’obiettivo è quello di sviluppare un quadro globale che consenta alle banche di reagire più rapidamente al deterioramento della qualità dell’attivo.
“Il nostro lavoro non è quello di essere coinvolti in una discussione sull’adeguatezza del livello di capitale delle banche con il Comitato di Basilea” ha detto “anche se, abbiamo un rapporto stretto con le autorità di regolamentazione prudenziale perché abbiamo tutti a cuore la stabilità finanziaria”.

Il dilemma della calibrazione

Molti operatori non stanno accogliendo con positività l’IFRS9 perché anche se le banche stanno aumentando gli accantonamenti per coprire le perdite, questo non si riflette nei loro coefficienti patrimoniali del titolo.
Una valutazione d’impatto da parte dell’Autorità bancaria europea nel novembre 2016 ha confermato che i rapporti basati sul CET1 diminuiranno di 59bps in media, e fino a 75bps per il 79% dei suoi intervistati.
Una soluzione suggerita è che la Banca Centrale Europea diminuisca i livello di requisito minimo del Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale (SREP) assegnato ad ogni banca quando gli accantonamenti aumentano. In base al regime contabile attuale, IAS39, le perdite attese delle banche sono in genere superiori a quelle che hanno accantonato, con deduzione del deficit di capitale dal rispettivo CET1.
Questo non cambierà sotto IFRS9, secondo le indicazioni del Comitato di Basilea per le banche per l’implementazione delle nuove norme.
Tuttavia, se gli accantonamenti supereranno le perdite attese – uno dei possibili risultati dell’applicazione dell’ IFRS9 – le banche saranno ricompensate con il rafforzamento del loro Capitale Tier2, al posto del CET1 add-on.
Nonostante questa disposizione aumenti il capitale totale dell’istituzione, le banche non ritengono di poter ottenere significativi benefici in quanto gli investitori sono molto più attenti al CET1, il core capital ratio introdotto da Basilea III, che è attualmente ampiamente utilizzato per confrontare le banche fra loro in termini di solvibilità e solidità.



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